Ecco il grande fratello che spia tutte le auto

Le forze dell’ordine potranno utilizzare i filmati nei casi di omicidi e rapine

Lorenzo Amuso

da Londra

Marzo 2006: con 22 anni di ritardo sulla profezia letteraria di George Orwell, la Gran Bretagna fa il suo ingresso nell'era del Grande Fratello. Lo fa al termine di 25 anni di studi, analisi e giganteschi investimenti, che solo nel 2005 hanno superato i 35 milioni di euro. Migliaia di telecamere disseminate pressoché ovunque. Autostrade, statali, stazioni di servizio, porti, centri commerciali, parcheggi. Un immenso database in grado di catalogare e incrociare milioni di dati in tempo reale, conservando le informazioni fino a due anni. Almeno 35 milioni di vetture monitorate quotidianamente. Chilometro per chilometro, 24 ore al giorno. Sette giorni alla settimana. Un controllo totale sugli spostamenti dei sudditi di Sua Maestà Si tratta dell'Automatic Number Plate Recognition (Riconoscimento automatico delle targhe, ndr), il più avanzato, innovativo e spregiudicato progetto in materia di sorveglianza pubblica. Quando il prossimo anno entrerà finalmente in azione, il Regno Unito diventerà la prima nazione al mondo in cui il movimento di qualsiasi veicolo sarà rilevato, controllato e infine registrato. Una tecnologia rivoluzionaria per la sicurezza dei cittadini, sostengono i suoi ideatori; una gravissima minaccia alle libertà civili, denunciano gli oppositori. Il sistema utilizzato è semplice nella sua complessità: le telecamere già presenti sulle strade verranno integrate da altre migliaia, interconnesse in un'unica rete satellitare, per creare un gigantesco sistema a circuito chiuso. Predisposto per rilevare la targa di ciascun veicolo, e inviarne il numero di riconoscimento ad una centrale di polizia alle porte di Londra.
La rete stradale britannica come la casa della celebre trasmissione televisiva, con tutte le strade-stanze, notte e giorno, on air. Lo scopo finale è rintracciare con relativa facilità, e tempi brevissimi, gli spostamenti delle vetture, studiarne le mosse, e possibilmente prevenire azioni criminose. La regia del grande show on the road si trova a Hendon, nord di Londra, sede del Police National Computer dove confluiranno i dati trasmessi dalle telecamere. Qui non solo l'intelligence avrà libero accesso per condurre le proprie indagini anti-terrorismo, ma anche le pratiche più ordinarie (verifica del pagamento del bollo di circolazione, anno di immatricolazione, furti di auto) potranno essere sbrigate a ciclo continuo.
Già più di 50 autorità locali - tra le quali Londra, Northampton, Bradford, Stoke, prestissmo anche St. Albans, Stevenage e Watford - hanno accettato che le proprie telecamere siano inglobate nel network Anpr, diretto attraverso un'apposita commissione dall'Association of Chief Police Officers (Acpo). E analoghi accordi verranno presto siglati anche con la società delle autostrade, le grandi catene di supermercati e le stazioni di servizio. Una rete telematica su scala nazionale destinata a nuovi sviluppi, fino a registrare nei prossimi anni i movimenti di oltre 100 milioni di auto, camion, motociclette ogni giorno. Secondo la polizia, l'Anpr rappresenta la più importante novità dai tempi dell'introduzione nelle indagini delle impronte del Dna e chiedono a gran voce l'estensione del periodo di conservazione dei dati da due a cinque anni. «In futuro questo database sarà in grado di informarci con la massima precisione su dove si trova in questo momento una tale automobile, dove si trovava ieri, una settimana fa, lo scorso febbraio - spiega Frank Whiteley, capo-polizia di Hertfordshire e capo della Acpo -. E ancora, se era presente o meno in un determinato posto, la strada che ha percorso per, o da, un certo luogo del crimine». Ma ancora più stupefacente, e inquietante, seppur per adesso relegata tra le ipotesi futuribili, è la possibile applicazione della medesima tecnologia per il riconoscimento dei volti umani. Il dipartimento scientifico del ministero degli Interni, con sede nel Hertfordshire, è già al lavoro. Una soluzione estrema contro la delinquenza sulla quale le autorità britanniche stanno conducendo una «riflessione aperta».

«Non c’è nulla di segreto in queste operazioni - afferma Whiteley -. Non vogliamo nascondere nulla, perché l’unico nostro scopo è far sentire la gente più sicura, trasmettere un senso di protezione». Una protezione, però, che rischia di asfissiare.

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