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Ecco la grande truffa delle foto "rubate" nella villa del premier

Indagato il paparazzo che tenta di vendere le immagini di villa Certosa. Ai settimanali chiede un milione e mezzo. Scatti sequestrati dopo l'esposto del premier: "Violata la mia privacy". Belpietro: "Così ho scoperto un bluff da un milione e mezzo"

Ecco la grande truffa 
delle foto "rubate" 
nella villa del premier

Roma Centinaia di fotografie, forse settecento. Scattate tra il 2007 e la fine del 2008, che riprendono Silvio Berlusconi e, in molti casi, i suoi ospiti. Uomini e donne. Ma è sulle seconde che si concentra, ovvio, l’appendice gossippara al caso Noemi, antecedente alla festa di Casoria. Decine di ragazze, insomma, pare in alcuni casi in bikini o in topless, ma sempre «oscurate» in volto. Riprese, da una terrazza a distanza, pure all’interno di Villa Certosa, durante le ultime festività natalizie, Capodanno compreso. Con il suo autore, Antonello Zappadu che nega intromissioni in «private dimore» e prova a vendere il materiale. A Panorama e Gente, che smentiscono in toto l’avvio di trattative. Sono questi i punti chiave del nuovo strascico mediatico, legato alla vicenda della giovane Letizia (la diciottenne sarebbe tra i soggetti immortalati in Sardegna), che finisce stavolta in Tribunale. Tanto che la Procura di Roma, dopo la denuncia dell’avvocato del premier, Nicolò Ghedini, dispone subito il sequestro degli scatti. Su ordine del procuratore Giovanni Ferrara e del pm Simona Maisto che iscrivono il fotografo sul registro degli indagati, per violazione della privacy e tentata truffa.
Ad avviare la controffensiva è direttamente il premier: si tratta - ragiona - di immagini rubate che ritraggono «soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particolare rilievo o connotazione, addirittura mentre si trovavano all’interno delle abitazioni poste a loro disposizione». Venuto a conoscenza della vicenda martedì scorso, il presidente del Consiglio mette tutto nero su bianco e invia, il giorno seguente, un esposto al Garante della privacy (anticipato ieri da Corriere della Sera e Stampa), in cui chiede il suo intervento per «l’inibizione di qualsivoglia utilizzo e o pubblicazione del materiale fotografico». Visto che «appare evidente» la presenza di «comportamenti rilevanti». A cominciare dal reato contemplato dall’articolo 615 bis del codice penale.
Ma oltre alla violazione della privacy Berlusconi, sempre nell’esposto, scrive che Zappadu avrebbe «tentato di procurarsi un ingiusto profitto, prospettando l’indebita pubblicazione di materiale fotografico che avrebbe potuto provocare un evidente danno d’immagine ove maliziosamente prospettato, senza le facili spiegazioni che soltanto i diretti interessati avrebbero potuto fornire». Scatti che avrebbero avuto un valore, «quantificabile» dal fotografo in «ben un milione e mezzo di euro». Prezzo «correlato anche all’interesse dimostrato da giornali inglesi e francesi, quale ad esempio Paris Match». Dalle parole del Cavaliere, dunque, si evincerebbe una trattativa per consegnare al miglior offerente il materiale, in cui «verosimilmente» finisce pure la delegazione del governo ceco, guidata dall’allora primo ministro Mirek Topolanek, suo ospite a maggio 2008.
Dal canto suo Zappadu, nella controdeduzione inviata al Garante, definisce «inesatta» tale ricostruzione dei fatti. Così, sottolinea di avere «disponibilità di fotografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tempo e luogo, nello svolgimento della professione giornalistica». E che le foto a cui fa riferimento Berlusconi potrebbero «essere estranee a quelle nella mia disponibilità». Poi, però, afferma che da parte di Gente vi è stato un «interesse» autonomo, rispetto al tentativo fallito con Panorama. Una nota del gruppo Hachette-Rusconi che edita il settimanale, chiarisce: il direttore, Monica Mosca, «è stato contattato dal fotografo, che le ha portato le immagini da visionare. Dopo questo primo e unico incontro Mosca, ritenendo il materiale non interessante per il suo giornale, non ha mai richiamato il fotografo, né è stata da lui richiamata». «Non c’è mai stata alcuna trattativa economica» - conclude il comunicato - né «alcuna bozza di contratto».
Intanto, però, Zappadu, autore nell’estate 2007 delle foto che ritraevano il premier in compagnia di alcune ragazze, pubblicate da Oggi - vicenda per la quale fu indagato dalla Procura di Tempio Pausania - riferisce alla Stampa che «tra gli ospiti del Natale scorso c’erano tantissime minorenni». Un particolare smentito in maniera netta da Ghedini. «Dichiarazioni destituite di ogni fondamento», rimarca il deputato del Pdl che prosegue: «Non vi erano affatto minorenni, salvo che non si vogliano ricomprendere fra questi i giovanissimi figli» di Topolanek. È «gravissimo».
Nell’attesa che la magistratura accerti eventuali responsabilità, il fotografo - resosi ieri in un primo momento irreperibile («temeva di essere arrestato», spiega il fratello Tore) - consegna il cd con le foto in questione al Comando provinciale dei Carabinieri che poco prima avevano perquisito la sua abitazione di Olbia.

E «la società editoriale E Polis SpA, dalla quale il fotografo dipende, sente il dovere «di prendere le distanze dalle modalità con le quali costui avrebbe operato».

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