Milano - I passanti le hanno bollate subito come «deportazioni». Eppure ieri mattina i vigili urbani del Nucleo tutela trasporti pubblici (Nttp) di Milano stavano solo facendo il loro lavoro. E, trovando gli stranieri sprovvisti di biglietto durante una 4 giorni di controlli «rinforzati» sulle linee di filobus e autobus cosiddette «a rischio criminalità», li hanno prima fatti scendere e, come accade con gli italiani prima di multarli, hanno preteso di vedere i loro documenti.
Un’operazione che, nel caso degli immigrati, naturalmente si traduce anche nella richiesta di mostrare il permesso di soggiorno. Quel che più ha impressionato i milanesi, però, è stato soprattutto il mezzo di trasporto usato dalla polizia municipale per trasportare al loro comando gli stranieri rivelatisi clandestini dal controllo: un bus solitamente utilizzato dall’Atm (l’Azienda trasporti milanese) per portare i tifosi ospiti a San Siro.
E che ha tutta l’aria di un blindato, con grate ai finestrini che fanno pensare a una prigione viaggiante.
«Non ci siamo messi a dar la caccia agli immigrati e tanto meno su sollecitazione del nuovo governo - ha voluto precisare subito il comandante della polizia municipale Emiliano Bezzon -. Questo tipo di servizio, in divisa e in borghese, in accordo con Atm, c’è sempre stato, è sempre esistito. Stavolta, semplicemente, a seguito di segnalazioni e denunce di furti, taccheggi e aggressioni ricevute a più riprese dal Comune di Milano da parte di cittadini, comitati di quartiere e consigli di zona, li abbiamo intensificati su due linee filoviarie e tramviarie cosiddette “a rischio”. E quando abbiamo chiesto all’azienda trasporti di darci una mano per il trasporto al comando degli stranieri clandestini, ci hanno mandato il bus usato per i tifosi a San Siro. Che fa tanta scena, ma è pur sempre un mezzo dell’azienda trasporti».
Il risultato è che ben 43 stranieri controllati su questi filobus e tram dalla polizia municipale, tra lunedì e giovedì, sono risultati privi di documenti e di permesso di soggiorno. Tra loro due cittadini del Bangladesh sono stati arrestati perché avevano già un decreto di espulsione. Uno dei due è già stato processato per direttissima e, seppure il giudice abbia convalidato l’arresto, rimesso in libertà. Di un altro, stavolta egiziano, si è scoperto che aveva alle spalle un ordine di carcerazione di un gip milanese dopo che, un’operazione dei carabinieri di Sondrio lo riconduce a capo di una banda di spacciatori
Tutti gli altri, dopo il fotosegnalamento al comando dei vigili, sono stati mandati, come da prassi, all’ufficio immigrazione della questura dove si svolgeranno ulteriori controlli, come previsto dalla legge.
Tuttavia ieri mattina, dietro lo spauracchio delle famigerate «deportazioni», molti cittadini - in particolare alla vista del grosso mezzo mandato dall’Atm - hanno cominciato a scattare fotografie con il telefonino e a chiamare, con toni allarmati, le redazioni dei giornali.
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