Ecco i «fattisti senza gloria» di Travaglio Nel video mazzate ai nazisti berlusconiani

Il giochino delle citazioni cinematografiche è sempre divertente. Il «facciamo che io sono Bruce Lee e tu McGyver» piace a tutti. A quelli del Fatto Quotidiano, ad esempio, è venuta la fregola di Quentin Tarantino. E al Festival di giornalismo di Perugia si sono presentati alla platea di giovani aspiranti penne nei panni dei Bastardi senza gloria. Un videoclip ironico e assai spiritoso, in cui alle immagini del film (alcuni soldati ebrei che vagano per l’Europa cercando nazisti da accoppare) venivano avvicinati i fattisti Travaglio, Padellaro & co.
Ecco la storiella. «L’informazione rischia il bavaglio», recita la voce narrante mentre il protagonista - un direttore Padellaro nei panni marpioni di Brad Pitt - urla «maledetti stronzi nazisti!»; davanti alle «truppe del colonnello Feltri che avanzano», ecco spuntare un «manipolo di giornalisti senza paura». E via una mitragliata che falcia qualche Ss.
Quindi si passano in rassegna gli eroi. C’è Marco Travaglio, «il terrore del premier». E subito si vede Hitler tutto incazzato e qualcuno che dice «toh, il piccoletto»: arguto artifizio per paragonare Berlusconi al diabolico teutonico. Poi c’è «l’implacabile Lillo» (Marco), che si accanisce «contro il nemico, Schifani». E via con una scena in cui un tizio in canottiera sfonda la testa di un nazista a colpi di mazza da baseball. D’altronde lo stesso Travaglio al presidente del Senato aveva dato del verme, cosa vuoi che sia demolirlo virtualmente di bastonate? Al massimo si può essere accusati di spreco di energie: non è che Schifani abbia la stazza di Borghezio.
Lo squadrone prosegue con Peter Gomez, che «ha abbracciato la causa fino in fondo» e Cinzia Monteverdi, «l’editrice tosta». Poi c’è Beatrice Borromeo, «educazione raffinata e spirito guerriero», presentata come una bionda che si dipinge le guance come Rambo o un giocatore di rugby neozelandese. Lei, la contessina, che sulle aristocratiche gote non ha mai spalmato nulla di meno esclusivo di una crema Sublimage di Chanel o di una lozione La Mer. Senza dimenticare Luca Telese, «liberato dal giogo nemico», «che ora attacca con furia destra e sinistra». Novello Silvio Pellico, qui al Giornale dove lavorava (ovviamente lavori forzati: i condannati mica firmano contratti e prendono lo stipendio!) abbiamo ancora le segrete con le sbarre alle finestre dove lo tenevamo recluso. Lo obbligavamo a vergare articoli che lui poi mandava lunghi di 20 righe oltre la misura richiesta proprio per ribellarsi agli aguzzini.
Insomma, eroi. Un po’ violenti, magari, dato che «la furia esplosiva» del Fatto è corredata da spari, fucilazioni e il solito Führer in crisi epilettica. Führer paragonato al Cav anche se a dire la verità tra statura, baffetto e ciuffo, Adolf somiglia più a Telese che a Silvio. Sono i «Fattisti senza gloria», che - «con la partecipazione non gradita di Littorio Feltri» - vanno «sostenuti in edicola», come recita il videoclip semi-promozionale.
Ora, indignarsi è insensato. Il filmato fa sorridere, è ben montato, e qui i sepolcri imbiancati sono stati tutti sporcati dai piccioni, quindi nessuno si scandalizza. Però proviamo a immaginare un divertissement inverso. Immaginiamo Silvietto in tutina gialla come la Sposa di Kill Bill, che stacca un occhio alla Gabanelli (così impara a volerci vedere chiaro nelle cose) o annienta Santoro con un serpente letale (così impara a spargere veleno). D’accordo, Uma Thurman è meglio. Ma qualcuno si ricorda cosa successe quando il premier mimò scherzosamente un mitra alla conferenza stampa congiunta con Putin? A momenti lo spellano e lo mettono sotto sale per far piacere al tremendo Dio biblico. È il senso unico della satira. Si può far passare quelli del Giornale per la Gestapo, fucilare i pidiellini in uniforme, perfino accanirsi su Schifani, che porta pure gli occhiali. Ma prova tu a inventarti - che so - l’avvocato Ghedini che come in Pulp fiction minaccia «una cura medievale» per il fondoschiena di un Di Pietro nei panni del poliziotto invertito. Prova a dare un rasoio a La Russa, con cui fargli torturare a tempo di musica Gad Lerner come nelle Iene. Provaci, e li vedrai scendere in piazza, tinti di viola come un’orda di iettatori, a gridare all’intimidazione squadrista e a Berlusconi che «fomenta l’odio».


D’altronde quando il sindaco pd di Salerno De Luca sorrise dicendo di voler «incontrare Travaglio in un vicolo buio, di notte», il Braveheart al gianduia corse a sporgere denuncia per minacce. Si attendono le denunce per tentato omicidio di Schifani...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica