Ecco i Mondiali di rugby, All Blacks condannati a vincere in casa

Si gioca in Nuova Zelanda, venti le nazionali divise in 5 gironi: l'Italia di Mallett (che lascerà dopo la rassegna) è nel gruppo C con Australia, Russia, Usa e Irlanda e punta al traguardo storico dei quarti di finale. Dirette su Sky in HD

Venti nazionali divise in cinque gironi, le prime due classificate vanno ai quarti, poi avanti con semifinali e finale. In campo andranno 600 giocatori, in 48 partite giocate in 12 stadi. Si comincia con Nuova Zelanda-Tonga venerdì 9 settembre all'Eden Park di Auckland. Lo stesso stadio, un tempio della palla ovale, ospiterà la sfida che il 23 ottobre assegnerà il trofeo intitolato a William Webb Ellis.
Sono questi alcuni numeri della settima edizione della Coppa del Mondo di rugby, che si giocherà dall'altra parte del pianeta rispetto all'Italia, sulle due isole che formano la Nuova Zelanda, dieci ore di fuso orario in avanti ed una nazione che vive solo per questo sport e la vela. Gli All Blacks sono gli idoli condannati a vincere, quelli che quando perdono può perfino cadere il governo, e partono con i favori del pronostico in questo che è il terzo grande evento sportivo per seguito globale, dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi.
Negli stadi della RWC sono attesi un milione e mezzo di spettatori (c'è già quasi il tutto esaurito, nonostante i prezzi alti dei biglietti), duecento sono invece le nazioni che il Mondiale lo vedranno in televisione. In Italia Sky si è assicurata i diritti in esclusiva, e trasmetterà su Sport Extra, che diventerà Sky Mondiale, tutte le partite in alte definizione, più pre-partita, interviste, approfondimenti e telecamere anche negli spogliatoi.
I pronostici sono tutti per gli All Blacks, nonostante nel recente Tri-Nations abbiamo dovuto cedere all'Australia. Nel Mondiale di casa la Nuova Zelanda non può fallire, è come il Brasile nel calcio ed è quindi costretta ad ottenere sempre il successo, nello specifico ripetendo l'impresa del 1987, quando furono proprio i «Tutti Neri» ad ospitare e poi vincere la prima edizione del Mondiale.
Da allora la squadra dei guerrieri che prima delle partite danzano la Haka non ha più conquistato il titolo nonostante sia un'autentica macchina da guerra e sia stata quasi sempre la migliore del pianeta. Preda di una certa fragilità caratteriale nelle occasioni iridate, vittima di una sorta di maledizione oppure sacrificata alla ragion di stato (come nel 1995 in Sudafrica), la Nuova Zelanda non ha più vinto la Coppa del Mondo ma ora conta di raggiungere le altre due potenze dell'emisfero australe, gli Springbooks sudafricani e i «Wallabies» australiani, che di titoli ne hanno conquistati due a testa. L'unica nazionale capace di interrompere questo strapotere è stata l'Inghilterra del piede fatato di Johnny Wilkinson, vittoriosa all'Olimpico di Sydney nel 2003.
Tanti i possibili protagonisti del Mondiale di questo sport che da Rio 2016, nella sua versione a sette, tornerà anche ad avere dignità olimpica. Sono tutti professionisti autentici lontani anni luce dagli «implaccabili» di un tempo che giocavano per diletto. Al titolo di miglior giocatore del Mondiale possono aspirare fenomeni come il neozelandese Daniel Carter e l'irrequieto australiano Quade Cooper, due «aperture» che l'Italia si sogna o, ancora lui, Johnny Wilkinson, il «Beckham del rugby». Poi ci sono il capitano degli All Blacks Richie McCaw e l'altro kiwi Sonny Bill Williams, che oltre a fare il rugbista è un pugile professionista nella categoria dei pesi massimi, ed il sudafricano Brian Habana, eroe di Francia 2007 e velocissimo (gli hanno fatto sfidare un ghepardo) «metaman» che ha eguagliato il record in un Mondiale (8) stabilito da Jonah Lomu. Ed ancora il capitano dell'Irlanda Brian O'Driscoll, un pò acciaccato ma sempre validissimo, quello dell'Italia Sergio Parisse che trascinerà gli azzurri nel girone C contro Australia, Irlanda, Usa e Russia (gli «Orsi» sono alla prima presenza iridata e puntano sul blocco di 13 convocati del Podmoskovy), il direttore d'orchestra dell'Argentina Felipe Contepomi ed il teen-ager australiano James O'Connor, faccia d'angelo e mani di ferro, non solo quando abbranca l'ovale ma anche nelle risse da pub.
Tra i grandi assenti del Mondiale ci sono invece, il «Mago» argentino Hernandez, nipote dell'ex calciatore del Torino, l'Orco francese Sebastien Chabal, gigante che paga una pessima stagione e la sconfitta con l'Italia al Flaminio, il neozelandese Joe Rokocoko e il gallese Gavin Henson, bello, dannato e perseguitato dagli infortuni.
Per quanto riguarda l'Italia, centrare finalmente l'accesso ai quarti di finale sarebbe un traguardo storico, finora mai raggiunto nelle precedenti sei partecipazioni, e per il ct Nick Mallett, in partenza dopo la rassegna iridata per far posto al francese Jacques Brunel, il modo migliore di lasciare. Anche in Nuova Zelanda l'Italia si è portata dietro l'annoso problema, che neppure Mallett è riuscito a risolvere, della mancanza di un mediano d'apertura di livello, di quel numero 10 che gli azzurri non hanno più avuto dal giorno del ritiro di Diego Dominguez.
Questi i gruppi: girone A Nuova Zelanda, Francia, Tonga, Canada, Giappone; girone B Argentina, Inghilterra, Scozia, Georgia, Romania; girone C Australia, Irlanda, Italia, Russia, Usa; girone D Sudafrica, Galles, Fiji, Samoa, Namibia.

Le partite dell'Italia: 11 settembre ad Auckland/North Shore Australia-ITALIA (ore 5,30 italiane); 20 settembre a Nelson ITALIA-Russia (ore 9,30 italiane); 27 settembre a Nelson ITALIA-Usa (ore 9,30 italiane); 2 ottobre a Dunedin Irlanda-ITALIA (ore 10,30 italiane). Tutte le partite in diretta su Sky sul canale 204 rinominato Sky Mondiale HD.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica