Paolo Bertuccio
Da una parte c'è Genova, col suo porto e le merci che devono viaggiare verso nord. Dall'altra c'è il nodo ferroviario di Milano che, nonostante la sua buona organizzazione logistica, viene usato solo marginalmente per i trasporti internazionali: lentezza per lentezza, per portare i container dal capoluogo ligure a Rotterdam si preferisce farli passare da Novara o Domodossola, su una linea meno trafficata. Da una parte c'è Milano che offre lavoro, dall'altra ci sono i genovesi che rispondono e, quando non decidono proprio di andare a vivere in Lombardia, si adattano a fare la vita infernale dei pendolari, con le sue quattro ore di treno al giorno esclusi ritardi assortiti.
Insomma, l'avrete capito: da una parte c'è Genova e dall'altra Milano, ed entrambe hanno più di un buon motivo per vedere di buon occhio la costruzione di una linea ferroviaria pratica, moderna e veloce, di una valida alternativa alle due obsolete tratte che già scavalcano l'Appennino ligure e si tuffano nella Pianura Padana. Del Terzo Valico, in poche parole.
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