Ecco i veri fuochi artificiali di Pechino

Non sono state solo le Olimpiadi di Superman o dell’uomo pesce: questa l’altra faccia dei Giochi, con le storie più curiose e i protagonisti più strani di 2 settimane di sport

Vanni Zagnoli

Si spegne il fuoco di Olimpia, si accendono i discorsi da bar. In attesa che il 4-3-3 di Mourinho o il ritorno di Shevchenko al Milan tornino a riempire i discorsi tra una partita di «scopone scientifico» e l’altra, per questa settimana prepariamoci alla cantilena a cinque cerchi «ma è più forte Bolt o Phelps?», che alla fine è come chiedersi se sia stato più grande Pelè o Maradona, Senna o Prost, Coppi o Merckx: ognuno ha il suo preferito, il resto non conta. Ma oltre ai fuochi artificiali della cerimonia di chiusura, queste «pirotecniche» Olimpiadi hanno regalato altre emozioni, roba da poter ricamare storie fino a Londra 2012.

Ecco allora le lacrime di gioia di Yelena Isinbayeva, regina russa del salto con l’asta, il pianto disperato di una nazione al forfait del beniamino di casa, l’ostacolista cinese Liu Xiang, ecco la vittoria che non ti aspetti dell’occhialuta saltatrice in alto, la belga Tia Hellebaut, nei confronti della strafavorita (e stra-avvenente, aggiungiamo noi) Blanka Vlasic, ecco le foto - ma ormai sono una «non notizia» - poco vestite di Amanda Beard, in lotta contro la vivisezione.
Abbiamo provato a raccogliere «i più» di quest’Olimpiade: ma tra Bolt e Phelps, scegliamo Leryn Franco...

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