Caro Granzotto, le invio stralci di un articolo dell'8.3.2002 pubblicato, nella rubrica «Riservato», dall'«Espresso» sulle spese aeree pazze e a scrocco dei nostri onorevoli. Lo faccio non per difendere Mastella, turlupinato per il famigerato volo al Gran Premio di Monza, ma solo per avvalorare quella tesi secondo la quale i Mispe (Moralisti In Servizio Permanente Effettivo), spesso nascondono altrettanta rogna, se non di più, di quelli che accusano. Ecco, virgolettato, quanto: «Spulciando tra i dati della scorsa legislatura (è stato esaminato il periodo tra gennaio e maggio 2001) ci si imbatte nel record negativo assoluto di Antonio Di Pietro: quasi 33mila euro sono costati al Senato cinque mesi di spostamenti aerei per il leader dellItalia dei Valori». Che dire ancora, caro Granzotto?
Perbacco, caro Seminara, cosa ci riferisce mai? In cinque mesi quella sagoma di Tonino Di Pietro ha staccato - tanto paghiamo noi - biglietti aerei per trentatremila euri, che son pur sempre sessanta e passa milioni di lirette? Adesso si capisce meglio a quali valori si riferisce la sua Italia dei Valori. E si capisce anche perché le aule del Parlamento sono così poco frequentate, diciamo pure così desolatamente vuote. Tutti, a cominciare da Di Pietro, in volo. Su e giù, avanti e indietro, oggi a Montenero di Bisaccia domani a Orio al Serio. La sinistra, che poi è sempre lì a ripetere d'aver la privativa del senso dello Stato, deve aver fatto sua la massima assai in voga durante il bieco Ventennio: chi vola vale. Una che di certo ha preso sul serio l'esortazione è la senatrice marghero-ulivista Emanuela Baio Dossi. Detentrice del record stagionale con 27mila euri di biglietti aerei in cinque mesi appena. Le confesso, caro Seminara, che della suddetta senatrice ignoravo l'esistenza, così mi sono informato scoprendo, nel suo sito Internet, che ciò che la contraddistingue è «la sensibilità e il dinamismo». Per quanto concerne la sensibilità tocca fidarsi, ma sul dinamismo parlano i 27mila euri (sempre scuciti di tasca nostra).
Donna capace di tutto, la senatrice Baio Dossi. Nel suo programma «Esteri-Pace-Sicurezza» c'è un capitolo perentoriamente intitolato: «Rimbocchiamoci le mani». Provi lei, Seminara carissimo, a rimboccarsele. Poi mi dica come è andata. Oltre allo stupefacente rimbocco, della senatrice Baio Dossi ho appreso che «la profonda conoscenza maturata in ambito sociale le ha permesso anche di spendersi con sensibilità e competenza». Che si è spesa firmando un disegno di legge sulle norme per la tutela e la promozione dei gruppi folkloristici. Che, sempre spendendosi, ha «organizzato incontri e innescato dibattiti sulla globalizzazione», tema che nessuno, ma proprio nessuno, ha mai affrontato e che quindi ha bisogno del suo bravo innesco. Che ha presentato - e qui s'è spesa moltissimo - una interrogazione a risposta scritta sul «futuro della riserva della biosfera dei Monti Azules, situata nello stato del Chiapas». Che, si regga forte, è stata «anche a Gerusalemme». Anche a Gerusalemme, capisce? Dove solo il gagliardo osa metter piede. E perché, poi, spendendosi a più non posso ha spericolatamente raggiunto quella remota, inquietante città? Che domande: «nel tentativo di promuovere la pace». Non so lei, caro Seminara, ma io la penso così: vuoi spararti 27mila euri in biglietti aerei? Fallo. Però guardati dal crederci tutti fessi che è come dire tutti ulivisti.
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