Fanno sorridere, più che indignare, le intercettazioni rese note ieri che vedono protagonisti Alessio Saso e Aldo Luciano Praticò, i sue esponenti del Pdl indagati nellambito delloperazione anti-ndrangheta «Maglio 3» (di cui riferiamo i particolari a pagina 4).
Il consigliere regionale Alessio Saso, ad esempio, incontrò per due volte Giuseppe Marcianò, cugino del boss della ndrangheta condannato per lomicidio di Francesco Fortugno e capo della Locale di Ventimiglia. È lo stesso Saso che ne parla con Domenico Cangemi, capo della locale di Genova, al quale aveva chiesto aiuto per le elezioni. È il 19 febbraio 2010 quando Gangemi chiama Saso al cellulare. Gangemi: «Passa a trovare Peppino (Giuseppe Marcianò), mio cugino». Saso: «Sì». Gangemi: «Vacci da solo però, hai capito?». Saso: «Sì, ci sono già stato, ci rivado unaltra volta». Gangemi: «No, no... io mi sono visto con lui domenica, ha tentato di telefonarti, ma non hai mai risposto». Saso: «Ah, ma era libero?». Gangemi: «Eh, sempre o chiuso o non raggiungibile». Saso: «Eh sì, perché sto sempre... sempre in mezzo alla gente, guarda, sono nella campagna elettorale mortale, proprio mortale». Gangemi: «Io ne ho parlato, abbiamo fatto una chiacchierata e lui gradisce che vai a trovarlo tu solo, capisci?».
Dalle intercettazioni ambientali si ricaverebbe lipotesi che la candidatura alle amministrative del 2010 di Saso, indagato per il cosiddetto voto di scambio, possa essere stata sostenuta da Gangemi attraverso i contatti con Marcianò e Michele Ciricosta, capi della locale di Ventimiglia. (...)
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