Politica

Ecco il manuale del contestatore

Paolo Bracalini

da Milano

Ecco il manuale del perfetto contestatore di Torino 2006. Tutte le ragioni per fermare la fiaccola olimpica, per boicottare «il grande spettacolo in mano alle multinazionali» sono contenute qui. I soldi pubblici che finiscono alle aziende private, i danni all’ambiente, gli sponsor approfittatori, le grandi opere utili solo per tre settimane. Lo hanno scritto due trentenni, un avvocato e un ingegnere meccanico torinesi, fondatori del comitato Nolimpiadi!, gruppo che dal 1997 lotta contro le Olimpiadi. «Quanto costerà alla fine Torino 2006? - si chiedono Stefano Bertone e Luca Degiorgis nel Libro nero delle Olimpiadi di Torino 2006 (Fratelli Frilli editore). Nel giro di sette anni i costi sono quintuplicati, nel 1998 erano previsti mille miliardi di lire, a gennaio 2006 i costi pubblici ammontano a 2,8 milioni di euro». Dunque perché si fanno? «La risposta è guadagno privato con investimento pubblico. La maggior parte delle infrastrutture sono fatte con soldi pubblici pilotati da pochi soggetti chiave che gestiscono l’evento. E questi sono sempre, sostanzialmente, i dirigenti del comitato organizzatore».
Poi c’è la «devastazione ambientale insensata». Per Il Libro nero «le conseguenze sul paesaggio, sulla natura e sugli ecosistemi saranno irreversibili. Milioni e milioni di metri quadrati di terra asfaltata o deforestata per costruire impianti sportivi e hotel, più di 4600 gli alberi abbattuti solo per 20 opere olimpiche». A questi vanno aggiunti gli effetti su inquinamento atmosferico, luminoso e sui consumi di energia. «L’anidride carbonica nelle montagne olimpiche aumenterà dell’86 per cento, i consumi energetici dell’87 per cento». Ed ecco il matrimonio con i no-Tav: «La Tav sconvolgerebbe in modo violento la Bassa valle di Susa, quella che dalle olimpiadi riceverà lo smog di auto e bus.»
Gli sponsor di Torino 2006? «Alcuni hanno una spiccata propensione bellica, altri si distinguono per attività altamente impattanti sull’ambiente o per pratiche commerciali e lavorative tutt’altro che apprezzabili». Si parla di General electric, Coca Cola e Mcdonald’s.
L’Olimpiade di Torino è anche anti democratica. «Dall’inizio il nostro comitato è stato oggetto di violazioni dei diritti civili a più riprese».

Perciò, per i Nolimpiadi, va boicottata questa catastrofe ambientale, questo incubo dello sport globalizzato che serve solo a «costruttori, gestori di impianti sciistici e sponsor che mettono i soldi e servizi in cambio dello sfruttamento dell’immagine dei giochi».

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