Ecco come mi invento il lavoro

Ponendo la domanda «Che lavoro fai?» a un trentenne, oggi, è sempre più difficile ottenere una risposta diretta, secca, immediata, tipo «il ragioniere», «ho un negozio», «riparo computer», «faccio il medico». Diciamo la verità, la disponibilità di posti liberi è piuttosto scarsa e mandare il curriculum alle aziende è un lavoro certosino che spesso frutta poco o nulla. Su 300 curricula c’è chi ottiene appena cinque risposte e nella maggior parte dei casi si tratta di lettere in cui si spiega: «Grazie, ma per il momento non stiamo cercando persone con il suo profilo». Tuttavia, essendo inseriti in un sistema di libero mercato, i giovani si mettono in proprio, e s’inventano la propria occupazione, senza stare ad aspettare il lavoro che potrebbe arrivare chissà quando. I giovani non hanno voglia di fare la parte dei disoccupati e si danno da fare in mille modi. Sia con lavoretti temporanei per tirare avanti e avere un po’ di soldi in tasca a fine mese, sia sfoderando la creatività.

Nascono così lavori nuovi, diversissimi tra loro: dai più orientati sulla comunicazione diretta e l’interazione tra varie culture, a quelli che invece sfruttano il commercio online, fino a quelli che ruotano intorno ad ambiti che fanno parte della tradizione italiana, come i sapori e la cucina.
E succede che un hobby diventa una professione all’avanguardia.

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