Durante la sua recente visita a Genova, il Ministro Scajola ha affermato che la Liguria non potrà essere sede di future centrali elettronucleari anche per motivi «geofisici». Mi permetto quindi spiegare il perché di questa affermazione. La normativa, dettata da organismi internazionali quali la Iaea di Vienna e la Nuclear Commission degli Usa, impone rigide prescrizioni sulla scelta dei siti suscettibili di installazione di un impianto nucleare basate sulla necessità di garantirne la sicurezza sia a livello tecnico che per la salvaguardia della popolazione.
L'idoneità tecnica di un sito ad ospitare un insediamento nucleare, soggetta a severe verifiche da parte degli organismi internazionali, richiede in primo luogo che il sito venga ubicato in aree a bassa o bassissima densità di popolazione. Successivamente l'idoneità viene valutata sulla base dei rischi naturali (sismico, di tsunami, di alluvioni, di dissesto idrogeologico ecc.) e umani (attentati, caduta di aerei, incendi) a cui gli impianti potrebbero essere soggetti. A ciò si deve aggiungere l'ulteriore discriminante della considerevole quantità di acqua, maggiore di quella richiesta per le centrali di prima generazione, per il raffreddamento degli impianti di quelle di moderna generazione.
La Liguria, per le sue caratteristiche orografiche, la sua densità di popolazione, che specie nelle aree costiere, triplica nei periodi estivi, la cronica carenza di acqua, la consapevolezza dei significativi rischi (sismico, alluvionale e di dissesto idrogeologico) a cui è soggetta, sin dagli anni '70, inizio della selezione dei siti nucleari da parte dell'ENEL, è una delle poche regioni che non è mai stata presa in considerazione per ospitare una centrale elettronucleare.
Sulla base di queste considerazioni, ancor più sconcertante appare la posizione del Presidente della Regione, Claudio Burlando, il quale ha dichiarato di voler far ricorso alla Corte Costituzionale per impugnare la legge che fissa le competenze per l´individuazione dei siti su cui realizzare le centrali nucleari. Appare evidente che la posizione politica assunta è puramente strumentale in quanto da un lato vuole contrastare l'operato dell'attuale Governo e dall'altro rappresenta la ricerca del consenso delle forze antinucleariste in vista della prossima tornata elettorale.
Cavalcare, oggi, un antinuclearismo di facciata ha solo lo scopo di procrastinare le decisioni e allungare i tempi di applicazione del piano energetico nazionale.
*Ordinario di Fisica Terrestre
Università di Genova
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