Ecco perché la Moratti tifa per un election day a marzo

I due non si sono mai piaciuti troppo e in campagna elettorale per le regionali erano arrivati a dirsele di santa ragione. Avversari nello stesso territorio, Milano, e con obiettivi simili: tornare in giunta al Pirellone. La coppia di duellanti è composta da Stefano Maullu e Massimo Buscemi, pidiellini e assessori di Roberto Formigoni. Adesso nei corridoi del Pirellone si sussurra che siano pronti a un altro scontro, quello per la candidatura alle politiche.
La febbre del voto anticipato fa le prime vittime anche a Milano e in Lombardia. L’accelerazione romana spinge tutti gli aspiranti deputati e senatori a farsi avanti per riuscire a spuntare un posto al sole e in lista. Capita in Regione e anche in Comune, dove c’è l’«aggravante» che si vota l’anno prossimo per eleggere il sindaco, la legge ha ridotto a quarantotto i consiglieri e a dodici gli assessori e trovare sbocchi in Parlamento diventa una questione di sopravvivenza per molti che si vedono già travolti dalla dura legge delle preferenze (e anche dei criteri di composizione delle liste).
Tra i più scalpitanti ci sono il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, e il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera, che hanno già tentato la sorte elettorale candidandosi per il Pirellone. Non ce l’hanno fatta ma l’avventura è servita a guadagnare notorietà e crediti in vista del futuro. Si parla di Palmeri anche come possibile esponente del partito di Fini, benché l’interessato non confermi. Sono scenari ancora accennati e da definire, ma occupano già la mente dei protagonisti e di coloro che, in un modo o nell’altro, puntano a prendere il posto dei parlamentari finiani del Pdl.
Un tema di discussione riguarda poi la data del voto e l’eventuale ricorso all’election day, ovvero l’accorpamento tra le politiche e le amministrative che aiuterebbe e non poco Letizia Moratti nella riconquista di Palazzo Marino. L’effetto trascinamento, così come la febbre del voto anticipato, esercita il suo potere seduttivo sui consiglieri che temevano di rimanere travolti tra gli scandali locali e l’insoddisfazione di qualche milanese verso l’amministrazione Moratti. A soffiare sul fuoco è anche l’ex sindaco, Gabriele Albertini, che critica colei che ha ereditato i suoi uffici, anche se esclude di ricandidarsi per scalzarla da Palazzo Marino.
Gli scenari di voto anticipato sono due. Il primo prevede elezioni in autunno, si parla del 14 novembre, e piace a coloro che non vogliono friggere e rosolare dalle imboscate parlamentari di Fini, che a livello milanese possono tradursi in un rafforzamento dello sparuto gruppo di Landi di Chiavenna. I risultati delle politiche influirebbero anche sulla scelta dei candidati per le amministrative: la conta di novembre consentirebbe di organizzare nuovi scenari per la primavera.


La seconda possibilità prevede elezioni in primavera, la data più probabile sembra il 27 marzo, che rende praticamente inevitabile l’election day, a meno di non voler portare al voto milioni di cittadini due volte nel giro di due mesi, raddoppiando così noie e spese di pubblico denaro. C’è poi la questione del coordinatore regionale: se si vota per le politiche, una scelta chiara, che sia di conferma o di rottura, diventa inevitabile. Ma questa è un’altra storia.

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