Leggendo il resoconto delle vicissitudini che il signor Elio Rosi, nella sua qualità di ufficiale del Regio Esercito, dovette affrontare nellinfausto periodo successivo all8 settembre 1943, sono passato da un sentimento di profondo rispetto, ad uno di grande tristezza e infine alla rabbia e al disgusto.
Cercherò di esprimere questi passaggi motivandoli brevemente.
Il rispetto è dovuto innanzitutto alletà stimata del protagonista della narrazione, che approssimativamente dovrebbe aver superato i novantanni. Il sottoscritto, pur anziano, è molto più giovane e quindi non può far altro che restare deferentemente in piedi... e col cappello in mano, secondo unespressione cara allindimenticato Indro Montanelli.
La tristezza è indotta dallancor vivo ricordo di fatti tragici e angoscianti che anchio ho vissuto in unetà in cui gli avvenimenti di grande portata simprimono nella memoria e qui restano indelebili per tutta la vita.
Infine, la rabbia ed il disgusto si sono fatti strada leggendo lultima parte del racconto del signor Rosi, relativa allincontro con quel certo ufficiale di polizia. Ma a tale proposito non voglio aggiungere altro.
Mi permetto invece due leggere chiose al racconto di cui sopra.
Cito: «Fu la Germania che per crearsi validi amici in Italia, pre-fabbricò la Repubblica sociale italiana; ed un nuovo fascismo, risorto sulle ceneri di quello soppresso nel luglio 1943».
Non sono daccordo con tale affermazione, perché la Germania (cioè Hitler) non andava cercando nuovi amici, né in Italia né in alcun altro paese dEuropa. Egli (psichicamente alterato, ma non stupido) sapeva ormai benissimo che la guerra era irrimediabilmente perduta e che quindi per la sua disperata resistenza poteva contare solo e unicamente sulle sue forze.
La Repubblica sociale italiana, nacque solamente perché vi era uno stretto rapporto personale tra Hitler e Mussolini. Questultimo sfruttò tale rapporto per impedire che dellItalia fosse fatta terra bruciata comera avvenuto in Polonia e in altre regioni dellEst occupate dalla Wehrmacht.
Ed ancora: «...Diversi vi affluirono, con lidealistico motivo che bisognava rimediare allonta del tradimento del Re e di Badoglio, continuando la guerra a fianco degli alleati tedeschi».
Lungi da me lidea di rinfocolare una polemica che dovrebbe essere ormai sopita da moltissimi anni. Desidero però citare le parole pronunciate dal generale D. Eisenhower, comandante in capo alleato e futuro presidente degli Stati Uniti: «La resa dellItalia fu uno sporco affare.
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