Ecco perché lo psichiatra diventa «Hannibal»

Se siete rimasti affascinati dal personaggio di Hannibal Lecter, inventato dalla penna di Thomas Harris, allora non dovreste farvi sfuggire Hannibal Lecter. Le origini del male (Mondadori), romanzo che funge da prezioso prequel per chiarire, al lettore, come, quando e perché il colto psichiatra si sia trasformato in Hannibal the cannibal; curiosità che anche i cinefili potranno levarsi, sul grande schermo, pur con tutti i limiti imposti da una trasposizione. Scopriamo così che è proprio Hannibal quel bambino di otto anni che vaga, nella neve, con un braccio rotto ed una catena stretta attorno al collo. Il bimbo è fuggito dal rifugio dove si era nascosto, con la famiglia, per scampare alle violenze della guerra. Chiuso in un volontario silenzio, finisce in un orfanotrofio russo dove sarà ospitato per alcuni anni; qui, inizierà a convivere con gli indicibili incubi, nati da quell'orrore vissuto tragicamente, che non lo abbandoneranno più. Uno zio, famoso pittore, sposato con la giapponese Lady Murasaki, lo rintraccia e lo porta a vivere a Parigi. Saranno proprio le cure amorevoli della donna che permetteranno ad Hannibal di scoprire i suoi numerosi talenti. Nonostante il cambio di vita, gli incubi non lo abbandonano; anzi, contribuiscono a costruire una sorta di «palazzo della memoria» che farà da sfondo ai suoi desideri più inconfessabili. L'unico modo per risolvere la faccenda è tornare a casa. Il libro è decisamente più interessante ed accattivante nella prima parte (quella dell'Hannibal bambino) mentre nella seconda, che dovrebbe poi reggere tutto il romanzo, si ha l'impressione di un Harris meno incisivo ed efficace, più lacunoso e dispersivo. In ogni caso, Lecter è uno di quei personaggi del quale non ti stancheresti mai di leggerne le gesta.
L'afghano (Mondadori), di Frederick Forsyth, ha una grande dote: quella di unire gli ingredienti tipici della spy story con quelli di un brillante (e mai noioso) reportage giornalistico. Oltretutto, di stretta attualità visto che al centro della vicenda vi è Al Qaida. In Pakistan, infatti, i servizi segreti hanno trovato, nel computer di un sospetto terrorista, un piano preparato dalla nota organizzazione, denominato Al-Isra, un'espressione che identifica una esperienza mistica vissuta dal profeta Maometto. Dai documenti, si ha l'impressione che gli effetti distruttivi potrebbero essere superiori a quelli dell'ormai tristemente famoso 11 settembre. Per scongiurare il pericolo, l'unica possibilità è infiltrare un agente sveglio, tra gli uomini di Osama Bin Laden, e l'identikit corrisponde in pieno all'ex colonnello delle forze speciali britanniche Mike Martin, che i lettori di Forsyth avevano già incontrato ne Il pugno di Dio (Mondadori). Divenuto l'Afghano, con il nuovo nome di Izmat Khan, a Martin, oltretutto isolato, serviranno tutte le sue famosi doti per sventare l'attentato. Il lettore, oltre ad appassionarsi per il thriller, potrà capire, «dal di dentro», molti dei meccanismi che hanno condizionato la storia recente.
I libri più letti a Milano dal 15 al 21 gennaio 2007
1) Hannibal Lecter.

Le origini del male (Harris); 2) Innocente (Grisham); 3) Fiume di sangue (Deaver); 4) Rivergination (Littizzetto); 5) Gomorra (Saviano); 6) Il cacciatore di aquiloni (Hosseini); 7) Le ali della sfinge (Camilleri); 8) Stagioni (Rigoni Stern); 9) Fuori da un evidente destino (Faletti); 10) La scomparsa dei fatti (Travaglio).

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