Ecco perché gli studenti si devono alzare in piedi

Ma la Vincenzi

che ha fatto finora?
Spettabile Redazione Genovese de il Giornale, è troppo chiedere che qualcuno, magari la diretta interessata, presenti un riassunto di tutto quello che la Vincenzi ha fatto per Genova da quando ha assunto/è stata eletta a la carica di sindaca? E con «ha fatto» non intendo certo le partecipazioni (più) o meno apprezzate a feste di dubbia utilità, le sfilate di moda, i servizi su riviste femminili, le smorfie in fotografia, il costoso caos della notte dell'ultimo dell'anno, e via inutileggiando! No, intendo proprio quello che ha fatto di concreto per la Città, dal mettere ordine nel traffico al ripulire le strade, dal rendere agibili i vicoli del centro storico al consentire ai melomani di assistere alle rappresentazioni del Carlo Felice, dal reprimere lo sconcio dei venditori ambulanti in ogni via cittadina al far regolare come Dio comanda gli impianti semaforici, dall'eliminare le gomme da masticare che deturpano i marciapiedi al sistemare le basole dei marciapiedi, e via discorrendo; sarebbe bene che un'eventuale - quanto improbabile - esposizione contemplasse parole supportate dai fatti, non solo parole!

La bolletta Enel

che non si paga...
Nei giorni scorsi sono arrivate due bollette dell’Enel con la scritta «non c’è niente da pagare», figurarsi come sono contente le persone che leggono ciò, ma io ho comunque la luce - con parsimonia - ma l’ho usata e allora perché mi dicono che non c’è niente da pagare? Ma io sono maliziosa e penso che abbiano rimandato gli importi degli ultimi due mesi sui prossimi che sono tassati con gli aumenti. Cosa ne pensano i lettori ai quali penso sia capitata la stessa cosa?
Francesca Doglio

Gli ambulanti

e il solerte «117»
Caro Dottor Lussana, nella sera del lunedì dell'Angelo ho assistito ad una scena, che ritengo esemplare per la mentalità di chi ci governa. Come ben saprà il lungomare tra l'Acquario e il museo Galata è costellato, o meglio fiancheggiato, da miriadi di venditori ambulanti, vero «outlet» di certe multinazionali della contraffazione. Sono tutti abusivi, anche se brave persone ed innocui per la sicurezza, probabilmente qualcuno è anche clandestino; non emettono ricevuta e, suppongo, non pagano né IVA né tasse, come non le pagano il loro fornitori. La solerte Guardia di Finanza solitamente li ignora, salvo fare saltuariamente «prevenzione» (poco tempo fa ce n'erano una dozzina a chiacchierare al posteggio del Jolly Hotel). Ieri sera, dopo che per tutto il giorno questi folcloristici personaggi erano schierati a decine senza soluzione di continuità dall'Acquario a Ponte Morosini, verso le sette di sera, quando ne erano rimasti solo alcuni, arriva con lampeggianti, serene spiegate e stridio di gomme (in zona pedonale) una macchina del 117. Un poveretto non ce la fa a scappare e viene, il fellone, fermato e portato via. Ora i fatti sono i seguenti: 1) questi venditori sono fuori legge e allora vanno impediti ogni giorno a fare i loro commerci; 2) questi venditori sono in qualche modo in regola, come altri venditori ambulanti, e allora vanno lasciati tranquilli; 3) se fossero fuori legge, ma per ragioni «politiche» venissero tollerati, allora sarebbe inutile spendere soldi del contribuente e rendersi ridicoli con azioni «spettacolari». A mio avviso queste persone, con tutta la comprensione per i loro problemi personali, non dovrebbero rovinare il decoro di uno dei punti più belli di Genova e sarebbe dovere del Comune trovare una forma di regolamentazione limitandone il numero. Non so cosa ne pensino i genovesi ed i turisti.
Clemente Carlo Kaiser
La tariffa Speedy

di Genova parcheggi
Caro dottor Lussana, Le sarei grato se vorrà portare a conoscenza dei cittadini genovesi, in modo che evitino di essere - diciamo così - presi in giro dalla «benemerita» Genova Parcheggi, quanto segue: questa mattina posteggio in prossimità dell’Ospedale Galliera utilizzando la tariffa «Speedy», dovendo sbrigare una pratica veloce presso l’Ospedale stesso. Contrariamente al previsto è stato necessario qualche minuto in più ed infatti sono tornato alle 9.45, quando già l’addetto aveva rilevato il superamento del tempo limite delle ore 9.37. Fin qui niente da dire, ho superato il tempo ed è giusto che io paghi la differenza. Cerco l’addetto, percorrendo tutta la zona, senza trovarlo (in verità non ho controllato né i bar né i gabinetti della zona). Decido pertanto di andare direttamente alla Genova Parcheggi nel primo pomeriggio, e qui mi vengono richiesti 11 (undici/00), cioè 20 centesimi ogni 6 minuti fino all’ora del pagamento. Tutto legale, per carità, anche se forse qualche Associazione dei Consumatori potrebbe interessarsi della cosa. Personalmente continuo a pensare di essere stato preso in giro (non voglio usare un termine forse più appropriato). Allego fotocopia dell’avviso di pagamento scaduto e relativa ricevuta di pagamento avvenuto. Grazie se vorrà cortesemente pubblicare la presente, che dovrebbe essere anche un appello ai cittadini genovesi: sveglia!!!
Giacomo Boero

C’era una volta

un’isola pedonale
C’era una volta l’isola pedonale chiamata Quadrilatero. All’inizio via Cesarea che ne fa parte, era finalmente diventata quasi un’oasi di tranquillità per anziani, bambini, residenti e pedoni.
Ora è: una sfilata di nove dehors di locali da ristoro nel tratto compreso tra via XX Settembre e via Macaggi per un percorso di 120 metri. Un’esplosione notturna di musica tecno ad altissimo volume all’aperto. Un tappeto di vetri rotti e rifiuti vari. Un parcheggio abusivo e selvaggio soprattutto di notte, delle auto dei frequentatori dei locali, che bloccano il passaggio di quelle che devono essere alloggiate nei box e garage. Un ricovero a cielo aperto per ubriaconi, punkabbestia molesti ed accattoni che la usano come «punto droga», camera da letto, servizi igienici, ecc. Un mercatino volante per venditori di fazzoletti, ombrelli, fiori e quant’altro, con comportamenti offensivi e prepotenti.
Tutto ciò accade malgrado le proteste, le richieste di intervento della Forza Pubblica e dei Vigili Urbani, che a loro dire non possono intervenire per mancanza di personale e turni notturni ridotti.
Questo rende evidente che le premesse per il nuovo assetto del Quadrilatero, sono state stravolte, al punto di rimpiangere i tempi nei quali ci si doveva guardare e dolere solo dal traffico automobilistico e dei mezzi pubblici.
È con molta amarezza che si giunge ad una tale conclusione, ma purtroppo si è capito che le cosiddette Autorità alla loro cittadinanza pensano solo in termini di tassazione ed eccessi burocratici. Non potrebbero invece prendere qualche provvedimento: per esempio monitorare la zona con telecamere e passaggi di pattuglie sia pure senza continuità.
Lettera firmata

Una pista ciclabile

lungo il fiume
Gentile direttore Lussana, riteniamo necessario che ad Albisola Superiore la strada che costeggia il fiume, approssimativamente parte dal ponte Sandro Pertini di Luceto per finire all'altezza dell'isola ecologica sita in Via Casarino, sia sistemata e trasformata in una pista ciclabile illuminata che assumerebbe importanza strategica, sarebbe un incentivo all'uso delle biciclette tanto usate nei paesi nordici e la zona rivestirebbe una particolare bellezza paesaggistica. La strada è larga mediamente sette metri e lunga 700. Non vorremmo che l'allargamento del golf su questo spazio, con il relativo raddoppio delle buche, portasse alla sparizione del percorso. Infatti si potrebbe chiedere alla Filanda golf di provvedere direttamente in prima persona alla sistemazione di questa attraverso oneri di urbanizzazione primari.
Gli oneri di urbanizzazione sono contributi dovuti ai Comuni, da coloro che realizzano interventi di costruzione e di trasformazione edilizia. Sono dovuti a titolo di partecipazione alle spese che i Comuni sostengono per l´urbanizzazione del loro territorio.
Nel frattempo stiamo distribuendo un centinaio di DVD che mostrano la via di comunicazione.
Il video è presente anche sul youtube all'indirizzo: http://it.youtube.com/watch?v=wsJxcBSP4BM
Diego Gambaretto
Coord. Forza Italia
Albisola Superiore

Il giudice di pace

che crea la guerra
Carissimo e chiarissimo dottor Lussana, questa volta non Le invio né acrostici né noterelle su scuole o lavoro.
Voglio sì dare una stilettata ma non ai soliti «nostri Politici». Le noterelle sono pertanto relative a un Magistrato che, elevato al rango di Giudice di Pace, si affanna - tolstoianamente - a creare condizioni ambientali da «Guerra e Pace».
La mia riflessione su ciò che accade in particolare ambiente giudiziario: la Sala d’Attesa in cui un cittadino si reca avendo ricevuto un appuntamento o convocazione per il I Atto di una Udienza Penale da parte d’un Giudice di Pace.
Lì giunto scopre che altri 14 cittadini hanno ricevuto, per lo stesso giorno e la stessa ora, analoga convocazione. Ipotizza un banale errore di un cancelliere distratto ma, esaminando i documenti di altri cittadini, rileva con enorme stupore che la «convocazione generale è un atto usuale di quel Giudice di Pace» e, proprio in quel momento, ravvisa nell’atto il valore inverso di Guerra» perché, in un ambiente, istituito per facilitare la pacifica composizione d’un contrasto, si trasforma - per nervosismo e tensione - in un assurdo focolaio di lotta non solo con l’avversario ma con l’intero «sistema giudiziario».
Quel giudice, con una lunghissima attesa, non costruisce premesse di conciliazione, avvelena i rapporti tra i presenti promovendo contrasti non solo tra i 15 co-convocati, che salgono a 23 con gli altri per le ore successive sino alle 14.30. A questi «dolenti» vanno aggiunti anche i rispettivi legali, che però fuggono dalla «Sala d’Attesa» per ammorbarsi con il reciproco fumo nel cortile.
Questa è la notizia relativa al fatto.
Le scrivo non riferendomi ad un’ipotesi ma ad una realtà concreta e continua, che si verifica regolarmente non a Canicattì ma a Rapallo, in via Emiliani, sede in cui è esercitato il Potere Giudiziario dalla dottoressa Cristina Di Domizio.
La convocazione dei 15 per le 9.30 suddescritte, con l’arrivo di altri Co-Convocati per le 10, le 11 e le 12 non si è verificata solo in data 19-2-08 ma, per stare al 2007-2008, a tutti i giorni d’udienza.
A cercarli ne saranno testi almeno un centinaio di cittadini, già poco pazienti alle 9, inquieti alle 11, impazienti alle 12 e infine furiosi quando l’attesa travalica le h. 14.30.
Vista la carica ricoperta dalla dr.ssa Di Domizio, considerato che io potrei esser il I capro espiatorio delle sue ire - e Lei il secondo - non so se sia prudente far nomi...
Oggi tutti i co-convocati attendono di leggere il libro: La Casta 2, d’Autore ora ignoto!!!
Il suo più affezionato ma anche grato lettore.
F.G.

Trenta minuti in più

per andare al lavoro
Carissimo Massimiliano Lussana, una mattina ti svegli, e grazie al Comune ti accorgi che per andare a lavorare da oggi in poi, dovrai impiegare circa 30 minuti in più. (se tutto va bene).
Di cosa sto parlando: dell'incrocio tra via Borgoratti - via F.S. Mosso - via Lagustena. Nodale snodo per chi scende verso il centro città da: Bavari San Desiderio Apparizione Borgoratti e una parte di San Rocco e San Martino.
Con problemi già esistenti di viabilità vista la mole di macchine in transito.
Una mattina ti svegli e trovi una rotonda in tale incrocio con sei vigili a presidiarla, con gli autobus che provengono da via Borgoratti e devono svoltare in via Lagustena in netta difficoltà di manovra attorno alla rotonda.
Ti accorgi, che sono stati persi circa 50 posteggi a pagamento in via F.S. Mosso (davanti al pronto soccorso), che la stessa via è ora a doppio senso di marcia. Ti accorgi che nelle ore di punta gli autobus impiegano a percorrere via Borgoratti circa 30 minuti. Chiedo umilmente quale è lo scopo visto che fare via F.S.

Mosso in salita è un controsenso dovunque si voglia andare.
(Visto poi che tale strada serviva principalmente per raggiungere velocemente il prontosoccorso).
Certo di un Tuo interessamento in merito.
Andrea Cevasco

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