Ecco perché Vettel apre una nuova Era

G ira e rigira, Adrian Newey è sempre ai vertici di ogni impresa tecnica in F1, nel bene o nel male, ovvero nel lecito o nell'illecito. Questa volta siamo nel primo dei due emisferi e, finalmente, con la coraggiosa scelta delle gomme dure per Vettel, si apre uno squarcio di grandissimo interesse, in questo momento di difficile ricerca e di deprecabile pragmatismo, in cui la Ferrari non riesce a gestire una sua buona macchina e il duo McLaren-British-Mercedes emergono con finezza. Quante volte non ho sostenuto che una partenza in "hard", con simili condizioni, è la più razionale? Pensate, Vettel, che è anche il guidatore più sensibile, assieme a Button, nello sfruttamento di pneumatici critici, è riuscito a non farsi staccare più dello 0,43% da Hamilton in "medium" e soltanto dello 0,18% dal compagno di marca Webber, con la più soffice gradazione. Secondo l'analisi tecnica, è stata una prestazione portentosa. Ecco perché, in un Gp della Malesia senza pioggia, i termini della contesa potranno aprirsi a fasi appassionanti, quando tutti si fermeranno per la sostituzione del materiale più tenero e Vettel se la filerà da gran signore. A parte il fatto che, sul bagnato, lui è il numero uno del decennio. Ma, sull'asciutto, potrebbe aprire un'era nuova, come quella di Moss del 1961 al Nürburgring, che richiamerà le attenzioni di tutti.

Specialmente dei tecnici della Ferrari, dove l'accoppiata Fry-Clark non ha dato i frutti attesi nello sviluppo e dove ci sarà da riflettere sui "g" di accelerazione laterale - per favore, non chiamatela forza - da sfruttare, oltre che sulla soffiatura, cacciata fuori dalla porta e, come prevedevo, già rientrata dalla finestra, o sul "cut-off", che molti, secondo le registrazioni di Ross Brawn (cosa aspetta a firmare il Patto della Concordia?) non rispetterebbero.

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