Nel 2005 davanti a Palazzo Marino sfilavano i carri e volavano insulti all’allora sindaco Gabriele Albertini, che non hai mai voluto metterci il logo del Comune. Nemmeno Letizia Moratti dopo di lui.
Ma il primo atto della giunta di Giuliano Pisapia è la concessione del patrocinio al gay pride che si snoderà tra piazza Lima e il Castello Sforzesco sabato 25 giugno, partenza alle 16.30. Voto all’unanimità, sembra quasi uno scherzo (non ci credeva nemmeno qualche consigliere cattolico del Pd raggiunto da un sms) visto che le discussioni dei giorni scorsi sono state proprio su un eccesso di assessori in quota alla cattolicissima Rosy Bindi.
Ma la delibera 24 non lascia equivoci, patrocinio alla «Gay Pride Parade, Christopher Street day 2011 organizzata dal Centro di iniziativa gay-comitato provinciale arcigay di Milano onlus». Che reagisce con euforia alla notizia, «è il primo forte segno di discontinuità - afferma il presidente Marco Mori - ci speravamo, lo aveva promesso in campagna elettorale. Io ho un piccolo sogno, sarebbe bello che quando il corteo passerà sotto palazzo Marino e chiameremo il sindaco, così come successo con la Moratti che però non ci ha mai risposto, Pisapia decidesse di affacciarsi».
Pisapia fa sapere che «dopo il grande successo della manifestazione di Roma» sabato scorso «nei confronti della quale - ci tiene a puntualizzare - lo stesso sindaco Gianni Alemanno ha avuto parole di apprezzamento, anche Milano ha ritenuto opportuno patrocinare il Gay Pride. In imbarazzo l’assessore Marco Granelli, tra i famosi in quota Bindi, che lo definisce «un segno di attenzione ad alcune associazioni del territorio» ma precisa «che non c’è una presa di distanza, ma ovviamente con questo atto non ci assumiamo la responsabilità e condivisione delle espressioni e dei contenuti usati durante la manifestazione».
La prima seduta dell’era Pisapia ieri è scattata alle 16. Presente anche l’assessore Bruno Tabacci, contestato per il doppio incarico da parlamentare (di solito il parlamentare passava il mercoledì era a Roma). All’ordine del giorno la conferma delle deleghe. Tabacci, che ha quelle alBilancio, non gestirà come anticipato i rapporti con le partecipate, che restano in capo al sindaco, ma assume il controllo sulla Pubblicità, compresa quella del bike sharing (anche il servizio spetta all’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran). Svuotate le deleghe di Expo a Stefano Boeri, che di fatto si occuperà solo di «promozione, valorizzazione, diffusione della manifestazione prevista nel 2015 e condivisione dei suoi risultati».
Tra le deleghe che rimangono in capo al sindaco i Giovani, Avvocatura, Pari Opportunità, Agenzia digitale, anche gli Animali. E per dare all’Arcigay che parla di «vento nuovo» la seconda prova, nelle deleghe di Pierfrancesco Majorino il tradizionale sostegno alla famiglia diventa «alle famiglie».
Dal punto di vista economico il vicesindaco Maria Grazia Guida sostiene che «la giunta ha rilevato una situazione di sofferenza, dovuta anche alla diminuzione dei trasferimenti statali». Dunque «lanciamo un segnale di sobrietà» tradotto nella riduzione dei compensi per i primi due incarichi operativi: quella al capo di gabinetto del sindaco Maurizio Baruffi, che percepirà 140mila euro lordi all’anno (20mila in meno del predecessore Alberto Bonetti Baroggi) e al direttore generale e city manager Davide Corritore, 210mila euro lordi all’anno (invece dei 230mila percepiti da Antonio Acerbo).
Rinviata la nomina del segretario generale, anche se dovrebbe essere confermato Giuseppe Mele, e «tutti i dirigenti apicali e i manager assunti esternamente vedranno ridotti del 10-15% gli stipendi rispetto alla passata giunta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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