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Ecco la prova: sono amanti, non prostitute

Non ho mai nascosto il mio disprezzo per la procura di Milano, in particolare per Edmondo Bruti Liberati e per i pm che hanno, grottescamente e con un enorme dispendio di denaro, voluto un’inchiesta insensata e senza fondamento. Si procede, con i soldi di tutti, per risarcire il danno (morale?) di due «parti lese». Ridicolo. La prima sarebbe il ministero dell’Interno nella persona del ministro Maroni, del questore di Milano e del funzionario che ricevette una cortese telefonata del presidente del Consiglio, immaginando di dovergli rispetto e di tentare di risolvere un problema, non suo, che gli veniva sottoposto. Ingenuità da parte del premier, preoccupazione per difendere la propria riservatezza. Tutte ragioni che prescindono da qualunque possibile concussione, reato inventato per pure finalità denigratorie, in assenza del concusso e di consapevoli parti lese. La seconda dovrebbe essere, anzi è, nell’interpretazione dei magistrati di Milano, la famosa Ruby che dalle vicende «criminali» ha tratto solo vantaggio e immagine. Non si possono oggettivamente immaginare lesioni morali o materiali che lei abbia patito anche in considerazione della legge che tutela minori che siano in difficoltà o forzati a comportamenti non desiderati.
Non certo nel caso di Ruby che è stata assistita, aiutata, non indotta e non forzata a prostituirsi. Essa, come molte ragazze che si muovono nel mondo dello spettacolo, deve soltanto riconoscenza al presidente del Consiglio e si può ritenere lesa soltanto per essere stata chiamata, contro i suoi atti e contro la sua volontà, prostituta dai sostituti procuratori di Milano. E intanto, essi hanno stabilito la condizione di prostituta per qualunque amica o protetta del premier, con evidente diffamazione.
La vincitrice dell’ultima edizione della Pupa e il secchione, Francesca Cipriani, può ben riferire che lusingata per l’invito, essendo stata soltanto dal voyeurismo giudiziario registrata fra le ospiti di Arcore, è stata chiamata dai giornali prostituta. Non lo è. Ed è intollerabile che dalle intercettazioni del suo telefono esca questa infamia.
Intercettazioni. E oggi apprendiamo che alcune delle conversazioni intercettate non dovevano essere trascritte. Credo che il Csm e il presidente della Repubblica, in difesa della Costituzione, dovrebbero solennemente censurare e stigmatizzare questa gravissima lesione dei diritti di un parlamentare (oltre che della riservatezza sua e dei suoi amici) tanto più grave perché rivela un’assenza di professionalità in chi fa il mestiere di magistrato. La legge prevede che i colloqui dei parlamentari non siano utilizzabili senza autorizzazione della Camera.
Napolitano non può tacere. A questo ulteriore sfregio deve reagire con tutta l’indignazione che io provo leggendo che all’insensata inchiesta (intendo letteralmente senza senso, dal momento che Ruby ha negato di avere avuto rapporti sessuali col premier, e non dobbiamo verificare se è vero o falso quello che riguarda la sfera intima delle persone: nessuno si chiede con chi si intrattenga, e con quali atti e parole, la dott.ssa Boccassini), sono state allegate 20mila pagine di intercettazioni. A questo siamo giunti, 20mila pagine di parole e sfoghi di amiche di Silvio Berlusconi trasformate in prostitute solo per avere umanamente goduto della liberalità di un uomo.
Il quale se a sua volta nega di avere avuto rapporti sessuali con Ruby non ha pagato nessuna prostituta (per la funzione della quale occorre un rapporto contrattuale prestabilito e che non prevede conseguenze) e sono invece soltanto persone logicamente interessate alla sua amicizia, alla sua protezione, alla sua benevolenza, alla sua generosità.
Qualcuno vuole condannare questa inclinazione sul piano morale? E vogliamo entrare nella valutazione dei rapporti tra persone mosse dall’amore, dall’ammirazione e anche dal calcolo? Possiamo attribuire alla procura il compito di giudicare i costumi e la morale? Ebbene dalle conversazioni apparse sul Corriere, con Nicole Minetti e Marysthelle Polanco risultano rapporti consolidati, amicizia, affetto, atteggiamento protettivo. Berlusconi appare preoccupato per ragioni lontanissime dalle responsabilità che gli attribuiscono i magistrati. Forse semplicemente per difendere la propria immagine da pettegolezzi e da indiscrezioni dei giornali. Non appare in alcun modo aver pensato al rischio di essere inquisito per prostituzione minorile. Scoprirà soltanto, entrato nell’incredibile inchiesta, che i confini in cui i rapporti sessuali consentiti con una donna si configurano come prostituzione minorile sono fra i 14 e i 18 anni, per una volontà di esponenti del suo partito come Stefania Prestigiacomo.
Il Pd più realisticamente in una proposta di legge di tutela dei minori presentata nel 1998, aveva indicato un limite più stretto, fra i 14 e i 16 anni. I costumi sessuali del nostro tempo e anche le tradizioni del mondo arabo indicano che la maturità sessuale è oggi assai più precoce e che le ragazze decidono di sé senza essere indotte da alcuno. In sostanza la legge non prevedeva una Ruby «parte lesa», in quanto minorenne, in alcun caso, ma tutelava minori disagiati, sfruttati, indotti a prostituirsi contro la loro volontà. Questo i magistrati sanno benissimo. Questo può testimoniare Barbara Palombelli che ha lungamente combattuto per questa legge. Le intercettazioni pubblicate ieri dal Corriere rivelano molte cose e inchiodano i «sostituti» (mai parola fu più pertinente) di Milano.
La Minetti racconta, senza particolari preoccupazioni, di un consigliere regionale che le ha parlato di Ruby. Ha saputo che forse un «pm di nome Forno» vorrà interrogarla. È divertente lo stupore di Berlusconi. Dice la Minetti: «Hanno aperto un’indagine su questa Michelle, perché in effetti è vero che la Ruby l’ha denunciata». Berlusconi: «Cioè, la Ruby ha denunciato Michelle?». Minetti: «Sì, per induzione alla prostituzione». Berlusconi: «Una si dà la patente di puttana?». Minetti: «Te lo giuro» (ride). Non pare dunque molto preoccupata per un’inchiesta inimmaginabile. Berlusconi conclude: «Ma roba da matti».
In altra parte della telefonata Berlusconi, inintercettabile per legge (ma le leggi valgono solo per gli altri) aggiunge: «Vabbe’, quello che è importante è che ci siano diverse persone che testimonino come a noi Ruby aveva detto che aveva l’età diversa da quella che aveva, insomma... L’abbiamo soltanto aiutata perché ci faceva pena».
Questo l’animus di Berlusconi. Così con Raissa risponde a una chiamata in cui lei gli dice: «Amore ciao ciao, tutto bene e tu?». E a Marysthelle ricorda affettuosamente che è lui ad averle procurato un casting con Pingitore e lei chiude con un’altra battuta affettuosa: «Sì amore» e ride. Questo è il quadro dei rapporti con amiche chiamate dai sostituti di Milano prostitute.

Di crimini ne vedo due, e tutti a danno dell’unica «parte lesa», Berlusconi, e delle sue amiche (anche loro «parti lese»), diffamazione e abuso d’ufficio e violazione della Costituzione per intercettazioni abusive. Più il danno erariale da valutare da parte della Corte dei conti per le 20mila pagine di parole inutili. Il mio disprezzo cresce. Spero anche quello di Napolitano.

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