Q uesta settimana non parliamo di una cantina ma di tante cantine. O meglio, di una società di consulenza agronomica che fornisce supporto a decine di cantine piccole e grandi di tutta Italia convinte che un vino buono si faccia in vigna.
L'azienda si chiama Sata ed è nata quasi trent'anni fa (era il 1990). Oggi collabora con un'ottantina di cantine in tutta Italia con un approccio mirato alla riduzione dell'impatto ambientale e alla tutela della biodiversità, a prescindere che si intraprenda la strada della produzione in regolamento bio. Gli agronomi, tutti sotto l'ala protettrice del professor Angelo Valenti del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'università di Milano, che rappresenta il loro collegamento con il mondo della ricerca, sono Pierluigi Donna, Isabella Ghiglieno, Marco Tonni, Paolo Di Francesco e Angelo Divittini, che in un incontro a Milano ci racconta la loro attività e ci fa assaggiare un paio di vini delle cantine da loro seguite, tra quelle che maggiormente esprimono il senso del loro lavoro.
Il primo è la Riserva degli Angeli dell'azienda Lazzari di Capriano del Colle nel bresciano: una piccola realtà (circa 50mila bottiglie in tutto), ma un grande vino, a base Marzemino con saldi di Merlot, Cabernet Sauvignon e Sangiovese. Il colore è rubino scarico, tendente al granato; il naso balsamico e terroso; la bocca piena e fresca, con tannini soffusi. Un ottimo campione da un territorio non proprio da prima pagina. Il secondo è il siciliano Maria Costanza dell'azienda Milazzo a Campobello di Licata, un Nero d'Avola speziato al naso, potente e pieno in bocca.
Le altre aziende con la consulenza Sata si trovano per circa due terzi in Lombardia, suddivise tra Franciacorta (tra le altre Barone Pizzini, Majolini, il Mosnel), Oltrepò pavese, Valtenesi, Lugana e area bergamasca; e per un terzo nel resto d'Italia (molta Toscana, e poi Marche, Colli Piacentini, Friuli e tanto altro).