Cultura e Spettacoli

Ecco le scarpe coi graffiti che sarebbero piaciute a Warhol e Haring

Si chiamano Zipz, vengono dalla California, e sono rivoluzionarie. Ecco perché

Neanche Andy Warhol e Keith Haring erano arrivati a tanto. I geni della Pop Art e della Street Art indossavano scarpe da ginnastica dipinte personalmente da loro. Suole d'autore le cui impronte sono finite spesso anche nei quadri. Ma mai i pur geniali Andy e Keith avrebbero immaginato scarpe «graffittate» con una chiusura lampo capace di rendere «rimuovibile» la parte di sopra e sostituibile con un'altra dai colori e dai disegni diversi. Ora queste scarpe esistono e si chiamano Zipz; dalla California, dove sono nate, direttamente anche in Italia.
Una scarpa e migliaia di combinazioni. Per una volta non è un semplice claim di uno spot pubblicitario, ma l'ultima tendenza made in Usa, che vede protagonista una scarpa che cambia pelle in base a come ci si sente, grazie ad una zip rivoluzionaria. Non a caso, si chiama Zipz e rappresenta, secondo la definizione dei media americani, il superamento stesso della scarpa tradizionale: con l'acquisto di suole e cover separatamente, si può dare vita alla creazione di una quantità infinita di combinazioni grazie a molteplici fantasie, che si rinnovano di stagione in stagione. Una nuova moda che ha conquistato, da subito, le varie «tribù» californiane, diventando un simbolo sia per i surfisti sia per gli skaters che le hanno letteralmente adottate, e che via via sta invadendo anche le strade più esclusive di Beverly Hills, dove i neoyuppies e le star hollywoodiane fanno a gara per accaparrarsi le fantasie più esclusive. «L'effetto California» ha fatto da cassa di risonanza al livello internazionale, conquistando già milioni di persone in tutto il Mondo.
Le Zipz nascono 5 anni fa da una geniale intuizione di Jerry Stefani, un imprenditore di Irvine, città californiana a sud di Los Angeles, vicina a Long Beach, durante il più classico barbecue americano in cui, con la famiglia e alcuni amici, diventati poi artefici anch'essi dello sviluppo, si rese conto dell'opportunità di poter avere scarpe sempre nuove e diverse, da cambiare anche più volte al giorno. Un'intuizione, che ha girato oltre 35 stati nel Mondo, tanto più geniale perché, partendo da scarpe normali «tagliate a metà», si è arrivati a realizzarne due pezzi separati, intercambiabili, fornendo diverse scelte ad un prezzo più economico.
Il più classico sogno americano, grazie a John Stefani, amministratore delegato della Zipz Shoes e figlio di Jerry, è così diventato realtà. Un pool di creativi, partendo da una semplice idea, balenata quasi per caso, è già riuscito a realizzare alcuni straordinari modelli: a partire dalla prima collezione primavera/estate, la «Cali Classic», che si appresta a sbarcare in Italia e che si può definire «senza target», perché indossabile a tutte le età. Vere icone di stile e innovazione, le Zipz in Giappone sono diventate una moda, anche per la loro rivoluzionaria chiusura lampo, studiata e prodotta dalla YKK (acronimo di Yoshida Kogyo Kabushiki Kaisha), azienda giapponese, con sede a Kurobe, leader mondiale nella produzione delle zip, fondata in Giappone il 1° gennaio 1934 ad opera di Tadao Yoshida.
Ma le Zipz rappresentano anche una visione del mondo inedita e originale, un modo rivoluzionario di intendere la scarpa, che di fatto non è più tale, ma diventa una vera categoria, una «Zipz» appunto. Un gioco creativo che permette di differenziarsi, ma anche di comunicare il proprio umore, magari cambiando la cover più volte durante lo stesso giorno. Un modo di essere e sentirsi liberi e allo stesso tempo unici. Non a caso, le star più trendy delle Tv americane sono diventate fan delle scarpe intercambiabili e le testate gossip Usa le celebrano quale simbolo di glamour e fashion. Chi le indosserà in Italia non passerà certo inosservato. E, di sicuro, farà molta strada..

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