da Milano
Gli italiani sono meno ansiosi degli altri europei. E anche degli americani. Però è merito dei nostri connazionali la scoperta dellinterruttore dellansia. Al Laboratorio europeo di biologia molecolare di Monterotondo (Roma) è stato individuato dove nasce questo disturbo dellumore: una sorta di cassetto dei ricordi situato nel cervello in una porzione dellippocampo.
Questinterruttore dellansia è stato però spento per ora solo nei topolini da laboratorio, ma unapplicazione sugli uomini pare alla portata. Ci sperano quei milioni di italiani che soffrono di ansia (l11%), cinque punti percentuali in meno degli altri europei come è stato rilevato dallEuropean Study of Epidemiology of Mental Disorders, condotto in Italia dallIstituto superiore di sanità. Dai cinquemila soggetti analizzati, reclutati tra gli iscritti alle liste elettorali di 172 comuni, è emerso che le donne hanno una probabilità tripla di soffrire dansia. Entrambi i sessi però sono alle prese con pericolose tendenze annesse. È il caso delluso dcstasy che, secondo lErasmus Medical Center - Sophia Childrens Hospital di Rotterdam sarebbe maggiormente frequente nei giovani che durante linfanzia hanno sofferto dansia o depressione.
Un problema che non riguarda i topolini che hanno permesso a Cornelius Gross, Theodoros Tsetsenis e Luisa Lo Iacono del laboratorio di Monterotondo di scoprire la chiave daccesso dellansia, come si leggerà nello studio pubblicato nel prossimo numero della rivista scientifica Nature Neuroscience. Il segreto per calmare i topolini nervosi sta tutto nellagire sul cosiddetto «giro dentato» dellippocampo, una porzione di cervello che non è molto variata lungo la scala evolutiva. Sembra pertanto esserci unalta possibilità che il giro dentato dellippocampo sia una componente importante dellansia ingiustificata anche nelluomo. È quanto dimostrerebbero i test condotti sugli animali esaminati, tutti topolini transgenici ai quali è stato bloccato il gene del recettore della serotonina, ovvero il neurotrasmettitore del buon umore. Le piccole cavie erano in preda ad ansia immotivata di fronte a a situazioni ambigue che venivano percepite come fonti di pericolo. Una condizione tipica anche degli esseri umani che soffrono dansia, incapaci di affrontare situazioni che per i non ansiosi non sono affatto fonte di panico.
I topolini sono stati calmati somministrando loro farmaci che hanno il potere di «spegnere» temporaneamente diverse parti del cervello. Una delle zone che potevano essere coinvolte si pensava fosse lamigdala, regno delle emozioni. Lo spegnimento di questa parte del cervello comporta però un fattore negativo: il fatto che fa scomparire tutte le reazioni emotive. Sia quelle dovute a stimoli pericolosi, sia quelle scatenate da stimoli ambigui. Un effetto collaterale tuttaltro che trascurabile, che rischierebbe di eliminare i freni che impediscono di gettarsi in comportamenti troppo rischiosi. Bisognava trovare unaltra soluzione che permettesse dintervenire solo sullansia scatenata da stimoli non reali. Ed ecco la scoperta romana, capace di dissolvere lansia ingiustificata che attanagliava i topolini.
La ricerca ha quindi stabilito che i disturbi legati allansia hanno una base neurale, cioè sono con ogni probabilità causati da difetti di sviluppo dei collegamenti nervosi dellarea del cervello individuata dagli scienziati del laboratorio romano. Via libera ora, allo studio di possibili applicazioni. Una speranza per milioni di persone nel mondo.
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