Ecco la Spagna delle sorelle Labèque

L’esibizione fa parte della stagione della Filarmonica Romana In programma De Falla, Rodrigo, Vidal e Ravel

Katia e Marielle Labèque, il più famoso e longevo duo pianistico dei nostri giorni, a dispetto del loro cognome francese sono di origini italiane per parte di madre, che di cognome faceva Cecchi ed era di Torre del Lago (forse anche per questo, le due si sono trasferite da tempo per viverci, nella Toscana materna). Del duo pianistico Labèque sorprende, oltre la fama e la vastità del repertorio - basti pensare che ha suonato con i più grandi direttori, affiancato dalle più importanti orchestre e che il suo repertorio non conosce confini di tempo e generi - la longevità del sodalizio professionale. Suonano insieme da quando non avevano ancora vent’anni - Katia ha due anni in più di Marielle, la quale ha sposato il celebre direttore Semyon Bichkov, mentre Katia ha scelto un musicista rock - e il primo disco che le rivelò al mondo musicale internazionale, lo incisero rispettivamente a 17 e 15 anni. Colpisce, dicevamo, nel loro caso, la longevità del duo pianistico, un tempo assai diffuso e oggi assai meno, anzi quasi completamente scomparso dopo il mitico duo Alfons ed Aloys Kontarsky, e il nostro Canino-Ballista. Loro proseguono imperterrite e non passa stagione che non si cimentino in nuovi territori musicali, come quelli popolari spagnoli, sia autoctoni che di ispirazione, che sono alla base del programma del concerto romano, per la Filarmonica, affiancate dalla celebre cantaora Maite Martin.
Canzoni popolari spagnole, canzoni popolari d’autore che al folclore spagnolo si ispirano, canzoni di autori spagnoli di oggi, e della stessa Martin, sono presenti nel lungo recital della cantante. Le sorelle Labèque, a loro volta, sosterranno il canto della Martin, in molti dei brani in programma, a cominciare dalle «Scene popolari» di Luis Vidal, come anche di De Falla, Rodrigo, Granados; ma poi, da sole, presenteranno brani che alla Spagna musicale si ispirano, come il recente «Cancion de amor» per due pianoforti scritto a quattro mani da Paco De Lucia e Joan Albert Amargos.

E la celebre «Rapsodia spagnola», in quattro movimenti, di Maurice Ravel, nota ai più nella successiva versione per orchestra, il cui nucleo e fonte di ispirazione costituì la famosa «Habanera», sempre di Ravel, alla quale l’autore aggiunse, «Preludio alla notte», che apre la breve suite, la «Malaguena» prima della «Habanera», e la conclusiva «Festa».
Teatro Olimpico, questa sera (ore 21). Info:06-3201752

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