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Ecco la spia che difende l’ambiente

Un aereo dei carabinieri con uno scanner innovativo fotografa e archivia su internet discariche abusive, inquinamenti marini, rifiuti chimici e abusi edilizi

Ecco la spia che difende l’ambiente

Antonio Ruzzo

da Milano

Zone del Belpaese a rischio idrogeologico, stato di salute dei ghiacciai, terreni che possono smottare o franare. E ancora. Discariche, tetti in amianto, rifiuti nascosti sottoterra ed invisibili ad occhio nudo, veleni che finiscono in mare, abusi edilizi, siti archeologici da proteggere o da scoprire, aree di particolare pregio ambientale da salvaguardare.
Ora è tutto monitorato, finito in un archivio elettronico che potrà essere consultato sul web in un sito dedicato forse già dal prossimo anno da forze dell’ordine, amministrazioni pubbliche e anche dai cittadini che vorranno segnalare situazioni di pericolo o abusi che riguardano l’ambiente. Non solo grazie a questo sistema si potrà anche valutare con un discreto stato di approssimazione quale può essere l’impatto ambientale di un evento catastrofico naturale o procurato.
Un lavoro enorme portato a termine in quasi due anni dai carabinieri e dai tecnici del Cnr che hanno sorvolato in lungo e in largo l’Italia centro meridionale fotografando con un avveniristico scanner montato su un aereo «Casas 212-C» tutte le maggiori situazioni a rischio dal punto di vista ambientale che riguardavano il centro-sud della penisola.
Il piano si chiama Sita, «Sistema informativo per la tutela ambientale» ed è inserito del programma operativo nazionale sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno. Attraverso questo progetto, promosso dall'Arma, verrà costituito un sistema di elaborazione di dati geografici territoriali che saranno via via aggiornati con nuovi voli di ricognizione ma che saranno anche la base su cui confrontare nuove immagini realizzate dal satellite.
«Questo lavoro - spiega il tenente colonnello Paolo Ferrarese, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Milano - sarà uno strumento di lavoro in più per i nostri uomini del Noe e dei Nas (i nuclei operativo ecologico ed antisofisticazioni) ma non solo per loro visto che la banca dati potrà essere consultata anche dalle altre forze di polizia e, a diversi livelli, anche da enti pubblici e cittadini». Il sistema informatizzato, elaborato dalla società Enterprise, che per le forze dell’ordine ha realizzato anche la rete digitale di sicurezza a banda larga per lo scambio di informazioni, dati e immagini, permetterà di gestire le immagini digitali che arrivano da riprese aeree e satellitari ma anche simulazioni grafiche territoriali tridimensionali. In parole più semplici ciò significa che con il Sita si potrà anche calcolare la valutazione di impatto ambientale di possibili eventi catastrofici naturali e o procurati.
Le immagini inserite nel Ced dell’Arma che avrà sede a Napoli non sono, ovviamente, delle semplici fotografie. Il «Mivis» (Multispectral infrared visible imaging spectrometer), questo il nome dello scanner utilizzato per scandagliare coste ed entroterra italiani, è infatti un’apparecchiatura in grado di operare contemporaneamente su 103 canali di ripresa. Lo scanner scatta immagini su tre livelli: quello visibile, cioè la semplice foto aerea; quello ad infrarosso in grado di svelare un dettaglio molto più particolareggiato e quello termico che permette di vedere ad esempio una massa di rifiuti sepolti grazie al loro calore o ancora lo scarico di veleni in un corso d’acqua o in mare.
Il progetto, che i carabinieri hanno illustrato nel loro affollatissimo stand allo Smau dove a fare gli onori di casa c’era il comandante provinciale di Milano, colonnello Enzo Bernardini, potrà essere operativo all’80 per cento nel giugno del 2006. «Certo - spiega un tecnico del Cnr - servirà per valutare le situazioni a rischio, per tenere sotto controllo inquinamento e discariche ma può anche svelare tesori nascosti.

In Sicilia, a Marsala, ad esempio, abbiamo riportato alla luce un sito archeologico che nessuno sapeva esistesse».

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