Ecco gli strambi consigli di «aNobii», il social network dei critici fai-da-te

Se gli sms non ti lasciano tregua, soprattutto a Natale, più il livello tecnologico sale più la pressione da augurio o da parere altrui sale. Perché oltre la semplicità dell’sms o della mail (in questi giorni ogni volta che se ne apre una c’è una renna che canta) c’è il social network, ossia il continuo rimbalzo di idee, cazzeggi, auguri e maledizioni che attraversa la Rete.
Ma in questo caso verrebbe da dire: «Te la sei cercata...». L’sms è una V2 digitale imprevedibile, il social network una scelta. Se a Natale ne paghi le conseguenze, sono problemi tuoi.
Vero sino a un certo punto. Il social network più che una scelta è una declinazione del pensiero in formato breve ma enciclopedico, sincretico ma onnivoro. Non basta uscire dalla Rete per sfuggire.
Un esempio molto letterario. I lettori compulsivi e tecnologici non possono resistere al fascino di «aNobii», il social Network inventato da Greg Sung e che prende il nome dal tarlo della carta (Anobium punctatum). È lì che si finisce per cantare il proprio amore per questo o quel volume o dichiarare il proprio odio alla faccia del critico paludato dei giornali, della fascetta e della quarta di copertina.
È lì che la battaglia imperversa, soprattutto mentre uno clicca sui pareri altrui per scegliere cosa regalare a Natale (rigorosamente senza aver letto di persona il volume).
Bene. Ma adesso aNobii passa dalla rete alla carta e in un certo senso diventa libro esso stesso: Il tarlo della letteratura (Rizzoli, pagg. 494, euro 18, a cura di Luca Sofri). Così non solo a Natale uno sguazza tra i pareri digitali ma finisce che quegli stessi pareri te li regalino (quasi a dirti: guarda che belle recensioni di un righino, proprio adatte a te che sproloqui sempre...).
E però anche a volersi ribellare al social network, alla fine, sia la versione telematica che quella su carta hanno il loro fascino. «Se questo libro non mi ha cambiato la vita è perché non l’ho letto». Oppure: «Un altro crucco in vacanza in India coi sandali che torna a casa scottato e infervorato, e fa danni, buttando giù un centinaio di paginette misticheggianti...». Non sono due delle più belle recensioni sul Siddharta di Hermann Hesse? Non sono quelle che avreste voluto leggesse il tizio che vi ha regalato quest’anno la tredicesima copia, partendo con la solita fantastica frase: «So che leggi tanto...». Certo però che invece il lettore recensore che parla di «Harry Potter che va sui monti e fa il partigiano...» forse non è altrettanto valido consigliere. Mentre di nuovo tale Eleonora Russillo davvero è in grado di risparmiarvi di leggere Kitchen di Banana Yoshimoto e vi consente di regalarlo all’Epifania (è il classico libro per befane) a cuor leggero: «Stando in piedi al centro di una cucina tutto ricomincia da capo e qualcosa torna...».
Ma ecco...

credevamo di essere su un quotidiano e già di nuovo siamo in Rete e se non sono auguri e foto “taggate” è litigio recensitorio e buoni consigli ai naviganti. E ormai tra telefonino con collegamento a internet e computer non c’è quasi differenza... Buon anno, ragazzi.

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