Ecco la tivù fatta coi telefonini

Basta avere un videofonino o una videocamera digitale per essere in video. È questa l’idea di Marco Di Gregorio, direttore di c6.tv, nuova televisione milanese che andrà in onda 24 ore su 24 a partire da ottobre. «La nostra è una tv in diretta fatta con strumenti semplici ed economici. Non vogliamo un palinsesto di veline e vallette ma una comprensione nuova del nostro tempo» ha detto con l’entusiasmo del precursore Di Gregorio.
Al suo fianco in questa impresa ci saranno lo stilista Elio Fiorucci, che metterà a disposizione la sua esperienza nel campo della creatività, Francesco Meneghetti, Ad di Fabbrica Digitale e Mauro Toscano, che si occuperà di marketing strategico.
Quella di c6.tv è un’idea sovversiva che spariglia le carte di una televisione tradizionale ormai polverosa, un frullato di internet, telefonia e tv che costituisce un’avanguardia a livello internazionale. «La tv è ancora troppo rigida, questa televisione sarà una psicoprotesi - ha detto Elio Fiorucci - darà la possibilità di ascoltare e vedere cose che con i nostri mezzi non potremmo raggiungere». C6 non è solo una web tv, ma una piattaforma informativa che racconterà la realtà di Milano attraverso i videofonini, il digitale terrestre e le frequenze di una televisione lombarda ancora avvolta dall’anonimato.
Le «tute blu» di questa iniziativa saranno tutti i ragazzi che avranno voglia di spiegare quello che succede in città attraverso l’obiettivo del telefono cellulare. Una televisione democratica, che declina la propria diversità anche nella selezione dei suoi futuri giornalisti. Da oggi infatti è possibile inviare i propri videocurricula al sito www.c6.tv, e da ottobre i selezionati saranno in video. «La nostra tv sfugge a ogni classificazione - ha detto Mauro Toscano- è locale per nascita ma non per diffusione. Milano è una vetrina nazionale». Un progetto ambizioso che taglia in obliquo tutti i mezzi di comunicazione puntando ad una diffusione capillare sul territorio. Di Gregorio promette infatti di installare cento schermi interattivi in tutte le principali piazze di Milano e poi lascia a disposizione di tutti coloro che abbiano voglia di contribuire, la redazione di via Paolo Sarpi.
Il metro su cui misurare il successo di questa televisione sarà la partecipazione dei milanesi che si improvviseranno citizen journalists, cronisti fai da te della vita di tutti i giorni.

A tutti coloro che avanzano domande sui fondi, Di Gregorio risponde con una punta di fierezza «per il primo anno abbiamo un budget di 2 milioni di euro, ma grazie alle nuove tecnologie la scarsità di mezzi non mi spaventa».

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