Milano - Come difendersi dalle brutte sorprese dei telefonini? Che poi tanto sorprese non sono, visto che, almeno per quanto riguarda gli sms trappola, sono già arrivate valanghe di segnalazioni alle Authority della Concorrenza e delle Comunicazioni, che infatti hanno avviato, il 31 luglio, un’indagine congiunta proprio sui servizi di messaggeria e dati in mobilità.
Un atto dovuto, a fronte di una realtà ormai preoccupante: solo dal gennaio 2007 allo scorso luglio, l’Antitrust ha inflitto a società del settore 233.500 euro di multa per «pubblicità ingannevole», legata appunto agli sms, oltre ad avere ordinato, nel maggio scorso, il blocco dei messaggi che invitano a chiamare il numero 899 dal telefono fisso, in quanto non forniscono indicazioni sul costo della telefonata - in realtà rilevante, visto che si parte da 15 euro come scatto alla risposta - e sono inviati senza aver ottenuto il consenso dei destinatari. L’Authority ha messo inoltre a disposizione un numero verde per le segnalazioni: 800166661, reperibile anche sul sito www.agcm.it.
Continuando ad addentrarci nel labirinto dei servizi non richiesti, troviamo le «famigerate» suonerie dei cellulari. Scaricarne una non solo equivale nella quasi totalità dei casi ad attivare inconsapevolmente un costoso abbonamento, ma addirittura, in un caso su tre, si paga anche se è impossibile attivare il servizio, secondo un’inchiesta dell’associazione Altroconsumo, che ha infatti presentato 8 esposti all’Antitrust su questo argomento.
In molti casi, però, non ci si accorge della spesa se non quando arriva la bolletta. Il primo passo, in questo caso, è la presentazione di un reclamo al proprio gestore telefonico, con raccomandata a/r, chiedendo la disattivazione dei servizi non richiesti e il rimborso degli importi indebitamente pagati. In caso di risposta insoddisfacente, la legge prevede un tentativo obbligatorio di conciliazione, attraverso i Corecom (Comitati regionali per le comunicazioni): indirizzi e moduli si trovano sul sito dell’Autorità per le Comunicazioni, www.agcom.it. Se neanche la conciliazione dà risultati, si può rivolgersi direttamente all’Authority, che ha 90 giorni di tempo per concludere il procedimento.
Può essere utile anche rivolgersi alle associazioni di consumatori, che già si sono mobilitate anche sui cambi tariffari decisi - e annunciati, tanto per cambiare, via sms - prima da Tim, poi da Vodafone. Una coincidenza inquietante, secondo il Codacons, che oltre ad esortare i clienti delle due compagnie a cambiare gestore, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per appurare se l’operazione «non sia in violazione della legge sulla concorrenza e non nasconda un accordo tra i due gestori».
Anche Altroconsumo invita le Authority della Concorrenza e delle Comunicazioni a vigilare, ricordando inoltre agli utenti che il cambio di piano tariffario è sempre gratuito, mentre chi decide di cambiare operatore conservando il proprio numero ha diritto alla restituzione del credito residuo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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