La Maratona di Roma si conferma una «kermesse» dai grandi numeri: 12mila gli atleti che hanno affrontato i 42 chilometri del percorso, mentre circa 40mila «maratoneti della domenica» si sono cimentati nella stracittadina lungo un percorso di appena 4 chilometri; 90 gli atleti disabili; circa 7.000 gli italiani, oltre 5.000 gli stranieri provenienti da 73 Paesi. I maratoneti hanno avuto a disposizione un tempo limite di 8 ore per concludere il percorso. Otto i punti di ristoro (uno ogni 5 km a partire dal primo), affiancati da servizi come postazioni sanitarie, servizi igienici, tecnici per le carrozzine dei disabili, navette per il trasporto al traguardo dei ritirati. Sul percorso, 30 medici, tra rianimatori, ortopedici, cardiologi, 40 i massaggiatori e oltre 100 tra infermieri specializzati, volontari del soccorso e allievi infermieri. Undici le postazioni sanitarie, altrettante le ambulanze e i centri mobili di rianimazione, 2 le automediche e 6 le motoambulanze. Ma i numeri non sono ancora finiti: sono stati 100mila i litri dacqua distribuiti ai podisti, circa 70mila i litri di bevande energetiche sportive. Trentacinquemila le t-shirt dellevento consegnate ai partecipanti, 12mila le medaglie raffiguranti la lupa capitolina donate ai maratoneti che hanno tagliato il traguardo della 42 km e della stracittadina. Al termine della gara, ai partecipanti sono stati consegnati 12mila teli cerati. E, per finire con le cifre, sono stati 19 gli atleti che hanno accusato malori e sono stati soccorsi con ricoveri ordinari durante la manifestazione. Cinquecento gli interventi di pronto soccorso ordinari risolti con successo, di cui 110 in via dei Fori Imperiali.
Dopo i numeri, le curiosità. Alla XII edizione della Maratona cerano anche Alonso, Schumacher, Massa e Fisichella. Ma niente autografi né flash per i 4 podisti che, in comune con i campioni della Formula 1 hanno solo il cognome. Sono gli spagnoli Javier e Luis Alonso - che hanno tentato di tenere alto il nome delliridato Fernando Alonso -, Udo Schumacher, Emilio e Carla Massa, Filippo Fisichella. Ma la maratona non è solo sport. Lo sanno bene gli olandesi Jodi Kremer e Lydia Doornbos che hanno ribattezzato la 12 edizione della gara podistica romana «Maratona dellamore». I due giovani, convolati a nozze venerdì scorso e arrivati sabato nella Capitale per il viaggio di nozze, si sono presentati al nastro di partenza della stracittadina in abito nuziale. Ma se per qualcuno la gara podistica romana è una questione di cuore, per altri è un fatto di onore e tradizione. Così due romani, invece che in tuta e scarpe da ginnastica, hanno preferito gareggiare vestiti da gladiatori. Hanno invece rinunciato ai consueti abiti monastici i cinque seminaristi messicani, pronti a diventare missionari, che si sono cimentati nella 42 km romana. Francisco Suarez Gonzales, Marcos Cortes Muniz, Felipe Galarza Gonzales, Jaime Ramirez Salinas e Sebastian Alejandro Gonzales, studenti al Pontificio collegio seminario messicano di via del Casaletto, si sono preparati alla gara allenandosi ogni giorno sulle strade della capitale.
Non è arrivato nelle prime posizioni, ma per Martin Richard Bush, di Reading Berkshire, aver partecipato allevento è già una vittoria: per il 48enne inglese, infatti, questa è la quattrocentesima maratona disputata in 28 anni di attività.
A indossare il pettorale numero 10.000 i 10 ragazzi autistici del progetto Filippide. Assieme ai loro accompagnatori, hanno partecipato alla gara passandosi il testimone ogni 4 km, capitanati da Alberto Rubino impegnato nellultimo tratto della 42km. Pettorali numero 2028 e f1802 per il messicano Marco Antonio Ruiz jr e Isabella De Galitiis, rispettivamente classe 1988 e 1987, i più giovani podisti della maratona romana. Sono invece del 1921 e del 1935, invece, Lino Taddei e Leda Saina, i maratoneti più anziani.
Alla maratona romana hanno partecipato ben 258 Giuseppe e 22 Maria, mentre sono 57 i podisti che oggi festeggiano il compleanno indossando il pettorale assegnato.
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