L'interesse per treni e ferrovie in Italia coinvolge, a vari livelli, varie decine di migliaia di persone, dai semplici appassionati, agli aderenti alle associazioni e ai circoli storici, alle squadre attive nei restauri. Un popolo che s'inebria agli sbuffi del vapore, che gongola ai sibili delle caldaie, che si delizia seduto sulle panche di legno delle vecchie carrozze (in realtà scomodissime). Un mondo che comunica in codici e in gergo: parla di E 645, di Etr 252, di Ale 880, di centoporte, di carro riscaldo, di terrazzini... La tradizione ferroviaria e il piacere per la conservazione dei suoi simboli sono diffusi in tutta Europa a cominciare da Germania e Gran Bretagna, dove sono molte centinaia, se non migliaia, i rotabili storici ancora in funzione.
In Italia la nuova bibbia dei "Rotabili storici", appunto, è arrivata da poco in libreria, pubblicata da Duegi editrice. Ne sono autori due specialisti di provata esperienza, Marco Bruzzo e Michele Cerutti, entrambi da anni impegnati nello studio e nelle ricerche ferroviarie. Il volume colma un vuoto. In 188 pagine presenta infatti le schede tecniche e le foto di 150 locomotive a vapore, elettriche, diesel e automotrici e circa 300 carri merci e carrozze: la caratteristica del materiale qui illustrato è di essere tuttora circolante o in grado di circolare. Magari arrugginito o in stato di semiabbandono, ma "vivo" o comuqneu resuscitabile. Non si tratta cioè di treni da museo o di locomotive esposte, come monumento, sul binario morto di qualche stazione. Anche i mezzi usciti da anni dal loro onorato esercizio, sono tuttora funzionanti o, debitamente restaurati, in grado di funzionare. Questo "catalogo" intende segnalare alle giuste attenzioni anche tanti mezzi storici talvolta in fase terminale, ma che potrebbero essere facilmente rimessi in marcia. Ovviamente a scopi storico-turistici. Un esempio recentissimo, che ha coinciso con l'uscita del libro, è la decisione di prelevare la monumentale 746, ferma da trent'anni, dal viale della stazione di Porta Vescovo, a Verona, per avviarla (trainata) a un restauro estetico, premessa per rimetterla sui binari con propria autonomia. Un altro esempio è la 691 esposta al Museo della scienza e della tecnica di Milano, che alla sua epoca - 1930 - fu la più potente e la più veloce locomotiva (110 chilometri all'ora), in esercizio sulla linea adriatica. L'esemplare è corteggiato da anni dai club di appassionati e potrebbe già essere in funzione, ma pur essendo tuttora di proprietà delle Ferrovie dello Stato, il museo non intende privarsene.
Nell'ex deposito locomotive di Pistoia c'è il più grande concentrato in Italia di rotabili storici: Marco Bruzzo insiste perché "venga tutelato come area museale".
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