Ecco il vademecum per difendere il «made in Italy»

Tra i consigli l’etichettatura con microscritture e ologrammi

da Milano

Un vademecum di facile utilizzo a uso dell'imprenditore italiano per capire come difendere le produzioni dal rischio della falsificazione. Questo vuole essere la Guida Pratica preparata dal Ministero delle Attività Produttive e dall'ICE. L'opuscolo Stop alla contraffazione è stato presentato dal sottosegretario alle Attività Produttive Roberto Cota, che riveste anche il ruolo di alto commissario per la lotta alla contraffazione, alla Convention 2006. «Si tratta di una guida - ha spiegato Cota - che dà una serie di indicazioni molto utili ai nostri imprenditori per potersi difendere dalle contraffazioni, che interessano un giro d'affari pari a 7 miliardi di euro all'anno».
Un vero e proprio strumento di difesa disponibile per gli imprenditori, i quali, però, grazie ai suggerimenti presenti nella guida, potranno anche agire d'attacco contro i falsi che circolano per il mondo. Il primo passo suggerito è la registrazione del marchio o brevetto nei Paesi ritenuti di interesse commerciale. In un secondo momento è importante poi che l'impresa crei un canale interattivo con l'esterno, tramite ad esempio la creazione di un servizio di numero verde, per ricevere segnalazioni (sia dai consumatori che dai rivenditori) su eventuali anomalie dei propri prodotti o servizi. Allo stesso modo è consigliato di inserire prima della commercializzazione, all'interno dell'apparato tecnologico del prodotto, efficaci strumenti di identificazione come una stringa, un marker o le microscritture e gli ologrammi.
L’obiettivo di tutti è proteggere il made in Italy. Tutto il made in Italy, compreso l’agroalimentare: «La nostra presenza alla Convention Ice - dichiara il presidente di Buonitalia S.p.A., Fabrizio Mottironi - è la testimonianza della forte incidenza del patrimonio agroalimentare italiano all'interno del sistema economico del Paese. La filosofia di Buonitalia - continua Mottironi è da sempre quella di mettere in campo in maniera sinergica le diverse eccellenze del Paese per promuovere nel mondo l'Italian lifestyle.

L'esperienza ci ha confermato che per competere in un mercato globale, come quello che si prospetta oggi, il modo migliore è fare sistema. Ecco perché siamo convinti che solo un forte coordinamento tra pubblico e privato possa raggiungere questo obiettivo».

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