«Eccovi la legge sui porti»

Potrebbe non uscire neanche dalla commissione. Essere approvata e diventare legge senza passare dall’aula. è l’adeguamento alla legge sui porti (legge 84/94) a cui si tenta di mettere mano, senza fortuna da tre legislature. Il Governo Prodi aveva chiesto al parlamento di lavorare su un testo di legge mentre il ministro per le infrastrutture Altero Matteoli ha deciso di prendere in mano la situazione dando delle linee cardine per il «restyling» della legge.
Bornacin, lei da senatore del Pdl sta seguendo i lavori della commissione Lavori pubblici. A che punto siamo?
«Il ministro ci ha dato le linee su cui lavorare partendo dal fatto che attualmente, per come stanno le cose, non è possibile attuare l’autonomia finanziaria perché mancherebbero 300 milioni l’anno all’erario. Questo verrebbe compensato dalla possibilità di realizzare infrastrutture portuali facendo affidamento alla cassa depositi e prestiti: si tratta di un passaggio importante perché i porti potrebbero chiedere prestiti anche quarantennali e agevolare nuovi cantieri»
Sull’autonomia finanziaria si puntava molto.
«Il principio non viene assolutamente accantonato. Ci arriveremo anche se ci sono dati che dimostrano come non sempre i porti che gestiscono le loro risorse siano quelli che funzionano meglio. Quello che il ministro vuol dire è questo: l’autonomia vada avanti, ma cerchiamo soldi per le infrastrutture»
Anche questo un risvolto della crisi?
«In questo momento non starei tanto a vedere il modo, quanto il risultato che porta. Citando Mao: “Non importa che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che mangi i topi”»
Dopo averla sentita citare Mao mi arrendo. Ma in quanto queste linee guida si trasformeranno in legge?
«Non credo ci vogliano tempi lunghi. Anche l’opposizione è d’accordo su questo ritocco della riforma, dunque se tutto andrà per il meglio non ci sarà nemmeno bisogno di passare dall’aula del Senato, concluderemo tutto in commissione»
Possiamo parlare di riforma epocale?
«La vera riforma è stata quella della legge 84/94, questo è un adeguamento necessario perché di acqua sotto i ponti ne è passata troppa e non possiamo permetterci di rimanere ancora fermi»
Stringiamo sulla nostra realtà. Cosa cambierebbe per il porto di Genova?
«Ci sarebbe la possibilità di un accesso immediato alla cassa depositi e prestiti, quindi si potranno avviare nuovi cantieri.

Molto meglio dell’extragettito che un anno può funzionare ma quello successivo no»
Altre novità?
«Verrà modificata la nomina del presidente dell’Autorità portuale con un’intesa Governo- Regione e la revisione dei criteri per poterlo eleggere: basta a compensazioni per chi non ha avuto altre poltrone».

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