Se in questa 64°edizione del Festival non cè stato finora un personaggio maschile emergente, va detto che per le donne cè solo limbarazzo della scelta. Domani sarà la volta di Cècile de France in competizione con Le gamin au vélo dei fratelli Dardenne, ma già nella serata inaugurale Marion Cotillard aveva fatto girare la testa al pubblico e al protagonista di Midnight in Paris di Woody Allen, e il giorno dopo Tilda Swinton aveva fatto capire che cosa significhi caricarsi un film sulle spalle e portarlo sino in fondo. Il suo ruolo di madre in We need to talk about Kevin è di quelli che non si dimenticano e che al momento la candidano al premio per la miglior attrice.
Se lAngelica di Penélope Cruz in Pirata dei Caraibi 4 ha un po deluso, va detto che il suo arrivo alla montée de marches ha scatenato un entusiasmo pari solo a quello riservato ad Angelina Jolie, presente a Cannes in veste di doppiatrice della tigre di Kung Fu Panda 2. Sharon Stone e Naomi Campbell completano il quadro della presenza femminile in quota bellezza.
Molta attesa cè per Apollonide. Souvenir de la Masion close di Bertrand Bonello, dove cè la nostra Jasmine Trinca e un altro sestetto di giovani bellezze francesi e per Melancholia di Lars von Triers che accoppia Charlotte Gainsoburg e Charlotte Rampling, nonché per laccoppiata Deneuve madre e figlia di Les Bien-Aimés.
Che siano mogli, madri, amanti, confidenti, muse, le donne riescono insomma a ritagliarsi un ruolo consono alla loro condizione e alla loro bravura, mentre per i maschi il pendolo sembra oscillare fra la presenza assente e lultima nuova incarnazione del male (il maschio pedofilo indifendibile che sembra aver preso nel cinema il posto che fu del nazismo).
S.S.
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