Roma - La «svolta» fiscale arriva subito: meno ganasce per tutti. Ed è il Pdl a mettere nero su bianco il segnale che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, aveva inviato pochi giorni fa. La commissione Finanze della Camera ha approvato una risoluzione del deputato pidiellino Maurizio Bernardo che impegna il governo a introdurre «elementi di flessibilità» nelle riscossioni.
La proposta è stata approvata con voto bipartisan e ha avuto anche l’appoggio del Pd. Sostanzialmente si traducono in fatti le aperture del titolare del Tesoro. In primo luogo elevando le soglie minime in base alle quali Equitalia, l’agenzia della riscossione, può applicare sanzioni come ipoteche su immobili o ganasce fiscali verso gli imprenditori che dimostrino di non poter rispettare le scadenze «per una temporanea difficoltà legata alla congiuntura negativa».
Il governo dovrà rivedere le norme sulla riscossione degli importi «non significativi», cioè inferiori a duemila euro, in modo tale che l’agente della riscossione sia «tenuto semplicemente a inviare al debitore solleciti di pagamento» evitando appunto le «ganasce fiscali » anche per una multa non pagata o una sanzione per una dichiarazione dei redditi sbagliata.
Non è poco per una platea di contribuenti che nei tre anni di governo del centrodestra ha visto poche differenze rispetto alla passata gestione draconiana di Visco delle agenzie fiscali. Tanto è vero che nei primi tre mesi del 2011 le entrate fiscali sono aumentate del 5% circa su base annua nonostante la crescita economica non sia poi così brillante.
La maggioranza, con il contributo dell’opposizione, ha chiesto all’esecutivo di rivedere il meccanismo di espropriazione sugli immobili, elevando a 20mila euro (dagli attuali 8mila) l’importo sotto il quale non è possibile iscrivere ipoteca o procedere a espropriazione. Se il debitore è proprietario di un solo immobile nel quale abita, l’iscrizione ipotecaria dovrà essere «preceduta dalla notifica di una comunicazione preventiva che assegni al debitore stesso un termine di trenta giorni per effettuare il pagamento». Insomma, il fisco non potrà mettere il contribuente in mezzo a una strada senza preavviso. La legge, inoltre, dovrà prevedere «la possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione, in caso di mancato pagamento di una o più rate».
Ultimo ma non meno importante lo stop all’anatocismo fiscale, ossia il calcolo di interessi sugli interessi di mora già applicati. Prevista inoltre la revisione del meccanismo degli «aggi», cioè le commissioni retrocesse a Equitalia per i costi sostenuti del recupero crediti. Infine, in vista dell’attuazione del federalismo fiscale, la risoluzione chiede al governo di verificare l’opportunità che Equitalia nella riscossione coattiva dei Comuni si occupi solo di crediti tributari e contributivi, lasciando le altre entrate come le multe automobilistiche ai Comuni stessi. Oltre che «federalista », la norma risponde anche a un principio di buon senso giacché Equitalia pativa il costo del contenzioso dovuto a eventuali errori e/o omissioni degli enti locali.
La scrittura precisa delle norme nella risoluzione ha un solo significato: una loro rapida trasformazione in legge. A tal proposito si sta pensando di recepirle con un emendamento al dl sviluppo visto che il termine per la presentazione delle proposte di modifica scade lunedì prossimo. «Quello che possiamo modificare per rendere il decreto più efficace- ha detto il sottosegretario Alberto Giorgetti - non abbiamo problemi a farlo».
È solo un primo passo, certo, ma è stato compiuto nella direzione giusta e anche la «benedizione» del presidente di Equitalia Befera all’emendamento è significativo.
Così come significativo è l’essersi rivolti verso quella platea di piccoli imprenditori e lavoratori autonomi che da sempre rappresentano la base elettorale del centrodestra. Ora, però, rimane da compiere il passo più importante: quello della riforma fiscale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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