Transizione energetica

Il laboratorio Azerbaigian per la transizione energetica italiana

Quello tra Italia e Azerbaigian è un asse energetico importante. Nel breve periodo a Roma serve il gas di Baku, nel medio-lungo l'Italia può plasmare con le sue imprese la transizione energetica azera

Italia-Azerbaigian, il nuovo asse della transizione energetica

C'è un Paese che l'Italia tiene attentamente d'occhio per la transizione energetica e con cui l'asse politico, industriale e diplomatico può creare un vero e proprio "laboratorio", l'Azerbaigian. Assieme a Emirati Arabi Uniti, prossimi ospiti della Conferenza mondiale sul clima, e Norvegia, Paese-chiave per il nuovo modello duale tra fossili e rinnovabili, Stato dalla grande valenza geostrategica ed economica.

Nella giornata del 13 febbraio Adolfo Urso, Ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, si è recato a Baku per dialogare col presidente della Repubblica dell'Azerbaigian Ilham Aliyev e fare da cerimoniere alla firma di un accordo per quattro turbine a gas che saranno fornite da Ansaldo Energia a Azerenerji, il più grande produttore di energia elettrica del Paese caucasico. "Oggi è un giorno molto importante per il settore energia dell'Azerbaigian, in cui sono state gettate le basi per la costruzione di una nuova centrale elettrica nel nostro Paese", ha dichiarato ai margini dell'evento il Presidente di Azerenerji, Baba Rzayev. "Con le ultime tecnologie fornite da Ansaldo Energia l'impianto garantirà la sostenibilità energetica, soddisferà le crescenti esigenze energetiche del nostro Paese e contribuirà alla tutela dell'ambiente, al risparmio di gas naturale nella produzione di energia elettrica e all'espansione del nostro potenziale nell'export", ha proseguito il manager azero.

L'avanzata di Ansaldo è solo l'ultimo tassello di una cospicua relazione energetica tra Roma e Baku che va su due fronti. L'Italia aiuta l'Azerbaigian sul fronte della diversificazione dei consumi e dell'efficienza garantendo impianti meno impattanti, una svolta crescente verso la sostenibilità e efficienza nei comparti industriali. L'Azerbaigian ricambia con lo strategico gasdotto Tap che permette all'Italia di ricevere circa 9-10 miliardi di metri cubi di gas l'anno, di cui è allo studio il raddoppio e che in prospettiva sarà la pietra miliare per l'emancipazione di Roma dalla Russia. La visita di Urso segue di poco quella dell ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che il 3 febbraio ha partecipato alla IX Riunione ministeriale del Consiglio Consultivo del Corridoio Meridionale del Gas nella capitale azera.

Il Tap, nel pieno del Corridoio meridionale del gas (Scp) con la guerra russo-ucraina è stato inserito tra i progetti con la più alta priorità per la sicurezza energetica europea. L'Italia è il primo importatore di gas azero dal giugno scorso e mira a essere sempre più centrale nel mercato Tap. Sul fronte interno Baku vuole aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico fino al 30% entro il 2030. E come ha ricordato Lorenzo Angeloni, Direttore Generale delle Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese alla Farnesina, nel 2020, l'Italia può essere protagonista. Nel recente Forum Economico Euroasiatico, a sua volta, la transizione energetica è stata al centro della discussione.

Gran cerimoniere dell'evento è stato il Presidente di Banca Intesa Russia Antonio Fallico, che ha dichiarato a Canale Energia di pensare che "l’Azerbaigian incarni le tre fasi della transizione energetica: dal petrolio alle fonti rinnovabili, passando per il gas naturale. Come ha ribadito il WWF in vista della Cop 27, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, soltanto l’abbandono definitivo dei combustibili fossili e il passaggio all’energia pulita potranno garantire la mitigazione dei cambiamenti climatici e la stabilità internazionale". Uno spazio d'azione per le imprese italiane, dalla stessa Ansaldo ai big delle reti come Snam e Edison, oggi in prima fila nel gas e domani potenzialmente in grado di attivare la rivoluzione energetica dell'idrogeno anche in Azerbaigian. E in prospettiva di proiettare nel futuro la relazione energetica Roma-Baku. Con la prima che ha bisogno dell'Azerbaigian per il gas nel breve periodo e la seconda che dovrà puntare sull'Italia per le tecnologie energetiche in vista della rivoluzione della transizione.

Un rapporto di interdipendenza che plasma la convivenza reciproca sull'asse Mediterraneo-Caucaso.

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