In 300mila per Poste e qualcuno rischia di restare all'asciutto

Tesoro e banche al lavoro per soddisfare tutte le richieste con 500 titoli. Sono 40mila le richieste di troppo. Martedì in Borsa

È la quotazione più grande in Europa» dell'ultimo anno, come ha rivendicato ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. «Un grande successo», visto che «la domanda è stata pari a più di tre volte l'offerta». Notizia positiva per Poste Italiane e per le casse dello Stato (3,4 miliardi che andranno tutti a riduzione del debito pubblico). Ma anche un rischio per centinaia di migliaia di risparmiatori che hanno scelto di aderire all'offerta di azioni in vista del collocamento in Borsa e potrebbero rimanere fuori.

Padoan e l'amministratore delegato di Poste Francesco Caio, hanno presentato alla stampa i risultati del collocamento del 34,7% del capitale della società (che diventerà 38,2% con l'esercizio della «greenshoe»). I singoli che hanno aderito all'offerta pubblica sono stati 303.536 di cui 26.234 dipendenti del gruppo. Le azioni destinate al pubblico indistinto sono state 135,8 milioni. La domanda, sempre per il solo pubblico indistinto, è stata 2,85 volte l'offerta. Al netto dei dipendenti, circa 120 milioni di azioni. Anche se tutti avessero richiesto un singolo lotto minimo (e non è andata così, non ci sono ancora dati ufficiali, ma i pacchetti maggiorati hanno avuto successo), rimarrebbero dunque fuori quasi 40 mila risparmiatori.

Uno scenario che piace poco al ministero dell'Economia. L'intenzione è di fare di tutto per tenere dentro tutti quelli che hanno fatto richiesta, sacrificando chi ha chiesto più lotti. Ancora non è stata presa una decisione.

Arriverà nel fine settimana, visto che l'inizio delle negoziazioni e il pagamento delle azioni è previsto per martedì. Le alternative sono ancora tre. Il riparto, riducendo drasticamente, se non limitando a uno, il numero massimo di lotti da 500 azioni acquistabili da un singolo. Poi esercitare, a discrezione del Tesoro, la facoltà, prevista nel prospetto, di portare il lotto minimo da 500 a 250. Oppure il sorteggio. La prima è la più probabile, perché permette di tenere dentro il massimo numero di richiedenti. La riduzione del numero minimo di azioni del singolo lotto presenta invece più problemi.

Soddisfazione anche per come è andata la domanda degli investitori istituzionali. La domanda è stata di 3,6 volte il quantitativo massimo. Le azioni allocate, 453 milioni.

Confermato il prezzo «a metà strada» nel range che si era dato il governo. Sono 6,75 euro per azione. Sarebbe stato possibile chiedere qualcosa in più, spiegano fonti vicine al dossier, ma la scelta è stata di mantenere un book di investitori istituzionali di alto profilo e di non penalizzare i risparmiatori.

Confermata la suddivisione 30% al pubblico e 70% agli investitori istituzionali, che però verrà modificata con l'opzione greenshoe, che sarà probabilmente esercitata e riguarda solo gli investitori istituzionali.

Da martedì partiranno le negoziazioni. Alle casse dello Stato andranno poco meno di 3,4 miliardi di euro. Tutti destinati «al processo virtuoso di diminuzione del rapporto debito/pil».

Anche se, ha sottolineato Padoan, il debito pubblico può solo diminuire con più crescita. «Abbiamo fatto un bel lavoro, abbiamo portato l'Italia in giro per il mondo. Il prezzo lo fa il mercato», ha commentato l'amministratore delegato di Poste Caio.

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