Un polo energetico della Lombardia che sotto il cappello di A2a raccolga soggetti più piccoli come Acsm-Agam, la multiutility di Como e Monza, o la più grande Linea Group Holding che rappresenta l'area a sud della Lombardia (Cremona, Pavia, Lodi e Rovato). È questo il piano che il presidente di A2a, Giovanni Valotti, sta tessendo per convincere le amministrazioni comunali a fare massa critica pur mantenendo il proprio radicamento territoriale.
Un progetto che va nella direzione auspicata dal governo Renzi, che con il piano Cottarelli cerca di ridurre il numero di municipalizzate per portarlo da 8mila a mille. Ma che in parte se ne discosta. Essendo, per ora, pura teoria: «Attualmente non ci sono tavoli aperti, ma abbiamo occasioni di confronto. Siamo nella fase di capire se c'è interesse da parte dei vari soggetti lombardi. Per questo nel piano di A2a del prossimo 10 aprile non ci sarà alcun annuncio di acquisizioni. Non penso - aggiunge critico Valotti - che le aggregazioni si facciano per legge o per via normativa, ma solo se si crea valore per tutti i soggetti interessati». Chiaro il riferimento agli incentivi previsti dalla legge di Stabilità ai Comuni che decidano di dismettere le loro quote. Incentivi che al momento sembrano fermi al palo, così come i 500 milioni messi a disposizione dalla Cdp attraverso il fondo Fsi.
Insomma, non mancano gli ostacoli a un piano di riordino che, per ora, resta sulla carta. In primis perché, a detta degli stessi operatori, Fsi è molto selettivo e pretende progetti di aggregazione importanti, sostenibili e finanziariamente solidi. Una garanzia legittima, ma che taglia fuori un bel pezzo di mercato. Quello stesso numero di utility che attende che il governo crei un fondo (istituzionale e pubblico) per dare sostanza agli incentivi promessi. «Agevolazioni per cui servono risorse che al momento non si trovano», spiega una fonte vicina al dossier, raccontando che «è stata avanzata addirittura la proposta di mettere un balzello in bolletta».
Così, anche se è previsto che entro il 31 marzo i Comuni presentino un piano per le proprie municipalizzate con i dettagli sulle aggregazioni, ben pochi lo faranno in questo quadro di
incertezza. «Per non parlare del fatto - spiega Valotti - che a Roma non hanno calcolato che per le società quotate è impossibile annunciare in anticipo trattative non certe che possono muovere i titoli a Piazza Affari».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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