Cinzia Meoni
Abertis conquista il 51% di A4 holding, la società che gestisce tra l'altro la Serenissima, per 594 milioni di euro e promette investimenti per due miliardi di euro circa legati alle previsioni di aumento del traffico. Lo hanno dichiarato i vertici del colosso spagnolo giunti a Verona per la chiusura dell'accordo e il rinnovo del cda dove saranno rappresentati da sei consiglieri sui nove presenti al vertice tra cui il presidente esecutivo Carlos del Río. Il contratto è stato siglato lo scorso maggio con Intesa, Astaldi e la famiglia Tabacchi, e ha consenttito finalmente al colosso iberico, dopo dieci anni di tentativi andati a vuoto, di entrare nella gestione delle autostrade italiane. L'acquisizione permetterà ad Abertis di consolidare 544 milioni di ricavi e 200 di margine operativo lordo.
Il management è apparso interessato a proseguire con la campagna acquisti pur sottolineando di ricercare partecipazioni di controllo di attività strategiche. Come appunto la A4 (di cui la holding ha rilevato la concessione nel tratto Brescia-Padova), terza autostrada più battuta d'Italia con un traffico medio giornaliero di 91mila veicoli e la A31 (Autostrada della Valdastico) che registra un traffico giornaliero di 12mila veicoli. Entrambe le concessioni vanno a scadenza a fine 2026. «Ci aspettiamo di crescere in Italia con operazioni simili anche in futuro» ha dichiarato Francisco Reynes Massanet, amministratore delegato di Abertis nel corso della conferenza stampa, pur escludendo di aver all'esame, in questo momento, fascicoli specifici. «Abertis analizzerà i progetti che verranno sottoposti, ma per ora non ne abbiamo» ha aggiunto Del Rio. Per quanto più in dettaglio riguarda lo snodo Autostrade per l'Italia (Aspi), la società integralmente controllata da Atlantia (a sua volta in mano alla famiglia Benetton), Abertis ha negato di avere interesse. I Benetton stanno infatti cercando dei soci di minoranza per Aspi e Aeroporti di Roma.
Pochi giorni fa, indiscrezioni di stampa riportavano di una accelerazione nel processo di vendita del 30% di Aspi per cui sarebbero stati nominati come advisor JP Morgan e Goldman Sachs. Ma a dieci anni dal fallito tentativo di nozze con il gruppo dei Benetton, Abertis non ci sta a fare il socio di minoranza. «Non siamo interessati a una partecipazione finanziaria. La nostra strategia è chiara: si tratta di acquisire partecipazioni che abbiano un senso industriale, che siano di controllo e che consentano la crescita del gruppo» ha ribadito Reynes Massanet. Sul mercato le ipotesi sono tante: si guarda alle scadenza delle concessione, alla vicinanza strategica (Autovie Venete ad esempio gestisce la A4 per il tratto Venezia-Trieste), oltre ai tratti gestiti direttamente da Anas. Sias, l'altro grande concessionario sul mercato, già sette anni fa aveva rinviato la proposta al mittente.
Reynes Massanet
infine, per quanto riguarda l'altro fronte bollente di Abertis (tramite Cellnex), quello delle torri di trasmissione, si è detto interessato a proseguire negli acquisti in Italia così come negli altri mercati strategici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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