Niente male il monte cedole che la holding Exor di casa Elkann-Agnelli si porterà a casa quest'anno: 402 milioni, considerando Fca, Ferrari e Cnh Ind, a cui si aggiungeranno altri 588 milioni derivanti dal dividendo straordinario (2 miliardi) garantito dalla cessione di Magneti Marelli (il closing è previsto entro il trimestre). Per un totale che sfiora il miliardo di euro.
Si sono svolte, ad Amsterdam, le assemblee delle tre società che fanno capo a Exor, conclusesi con l'ok ai rispettivi bilanci 2018. E pensare che quella di ieri sarebbe dovuta essere l'assise di congedo, da ad di Fca, per Sergio Marchionne, insieme al contestuale passaggio di consegne. Per Mike Manley, che ne ha preso il posto, è stata così la prima assemblea di bilancio nel ruolo di ad del Lingotto.
È toccato a John Elkann, presidente di Fca e di Ferrari, fare il punto della situazione. E vestendo l'abito di numero uno di Exor, ha subito assicurato che «la famiglia, come è stato nei momenti più belli e più difficili, continuerà l'impegno in Fca, gruppo che non è mai stato così forte e in salute come ora, tanto che il suo bilancio ci consente di fare gli investimenti opportuni e, allo stesso tempo, di remunerare i nostri azionisti con i dividendi». Stacco della cedola, tornata dopo 10 anni, che l'ad Manley punta a rendere strutturale e, come precisato da Elkann, «in proporzione agli utili netti».
Il futuro di Fca, intanto, si inserisce in uno scenario che il presidente, riferendosi ai prossimi 20 anni, ha definito «vivace e ricco di novità». Elettrificazione, connettività e guida autonoma stanno infatti rivoluzionando un settore nel quale non è più consentito perdere terreno.
Dalla platea nessuna domanda ai vertici di Fca in merito a possibili consolidamenti, dopo le recenti voci relative a Psa (una super piattaforma europea) e Renault-Nissan. Un accenno viene invece fatto sull'accordo che Fca ha siglato con Tesla allo scopo di bilanciare le emissioni di CO2 in Europa e rientrare nei severi limiti imposti da Bruxelles. Manley non ha svelato la cifra versata alla Casa americana per ottenere i crediti green; si sa solo che il totale verrà spalmato in più anni.
Il Lingotto ha archiviato il 2018 con un utile di 3,6 miliardi, mentre, per l'anno in corso, Manley si è detto fiducioso nel raggiungimento degli obiettivi e sul fatto che «i risultati operativi saranno superiori a quelli record dello scorso anno». Gli effetti pratici, cioè i nuovi modelli, dell'investimento di 5 miliardi in Italia, cominceranno invece a vedersi nel 2020.
Da Torino a Maranello, dove Ferrari, nel 2018, «ha conseguito i migliori risultati della sua storia e, per il 2019, siamo in linea con gli obiettivi che prevedono un ulteriore miglioramento», ha precisato il presidente Elkann. Confermate, quindi, le 5 nuove supercar in uscita. «Il Cavallino - ha aggiunto il presidente, ricordando che tra 10 anni Ferrari spegnerà la centesima candelina - ha un meraviglioso futuro davanti a sé». Una risposta anche all'ex presidente Luca di Montezemolo, che in un'intervista era stato piuttosto critico sulla nuova gestione: «Si è in Ferrari non per guadagno personale, vanagloria o visibilità, ma per quello che si può dare alla società». L'ad Louis Carey Camilleri ha, quindi, rimandato alla terza trimestrale l'esposizione «della nostra strategia sul brand».
Per Cnh Ind, infine, «tutti i
nostri business sono strategici - le parole dell'ad Hubertus Muhlhauser -: dobbiamo analizzare su cosa investire nel lungo periodo e quali sinergie sono possibili». La Borsa: Fca +2,2%, Ferrari +1%, Cnh +0,5%, ed Exor +1%.
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