Economia

La busta paga cambia: cosa dovete controllare

Le modifiche volute dal governo Draghi sembrano favorire i lavoratori, non penalizzando nessuna categoria

La busta paga cambia: cosa dovete controllare

A partire da questo mese cambiano gli stipendi dei lavoratori italiani, in conseguenza della riforma dell’Irpef, delle modifiche delle detrazioni fiscali e dell’assegno unico. C’era molta preoccupazione per le eventuali ripercussioni sui salari, però, facendo le prime simulazioni su come verranno calcolate le nuove buste paga si può affermare con certezza che si può tirare un sospiro di sollievo. I cambiamenti voluti dal governo Draghi sembrano favorire i lavoratori, non penalizzando nessuna categoria.

Il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, ha fatto due esempi tipici da cui si evince che lo stipendio, dopo le riforme, sarà più alto. Il primo caso riguarda una donna impiegata in uno studio professionale con meno di quindici dipendenti che non vive più con il marito e con un figlio a carico. Tenendo conto che il suo salario è di 2.107 euro lordi mensili, a marzo prenderà 59 euro in più sulla busta paga rispetto allo stesso mese del 2021, a cui si deve sommare l'assegno universale mensile di 150 euro e quindi con un beneficio complessivo di 209 euro al mese. Ciò è reso possibile dalle modifiche all’Irpef e dello stesso assegno universale.

Allo stesso modo, un uomo che lavora in un'associazione del terzo settore, sposato con due figli minorenni che hanno più di tre anni e uno stipendio di 2.154 euro lordi mensili, avrà i suoi vantaggi. In realtà, il salario base sarà più basso di 103 euro rispetto all’anno precedente, ma l’assegno unico per i figli, di 238 euro, gli permetterà non solo di compensare, ma di avere un incremento complessivo dello stipendio di 135 euro.

Per rinforzare la crescita economica e ottimizzare il sistema fiscale, la legge di Bilancio per il triennio 2022-2024 ha previsto una modifica dell’Irpef a partire da gennaio 2022. Le aliquote sono passate da cinque a quattro: il 23% fino a 15mila euro, il 25% da 15mila a 28mila euro, il 35% da 28mila a 50mila euro e il 43% oltre i 50mila euro.

Per sostenere i carichi familiari e incoraggiare la genitorialità, invece, il decreto legislativo 21 dicembre 2021, numero 230, ha previsto, da marzo 2022, un assegno unico e universale per i nuclei familiari con figli minori di 21 anni.

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