Alitalia dice no all'aiuto di Ryanair

Giornata cruciale per Alitalia, perché oggi scade il termine per aderire all'aumento di capitale da 300 milioni deliberato il 15 ottobre, già posticipato di due settimane, e al quale Air France ha dichiarato di non aderire. Non si riunirà oggi, invece, il cda, contrariamente a quanto era stato ipotizzato. Si terrà dopo la chiusura dell'aumento per prendere atto degli esiti della ricapitalizzazione e stabilire la durata della fase di sottoscrizione dell'inoptato. Solo per lunedì, infine, sono stati convocati i sindacati ai quali l'azienda illustrerà i numeri e i dettagli del piano industriale; per il momento - almeno ufficialmente - le rappresentanze dei lavoratori non hanno ancora conosciuto il piano di esuberi e di tagli delle spese. Lunedì, molto probabilmente, saranno confermate le previsioni di una riduzione di 2.000-2.500 addetti.
Intanto, tempestiva come sempre, entra in gioco Ryanair, la quale annuncia che dal 18 dicembre a Roma farà base anche all'aeroporto di Fiumicino (oggi utilizza Ciampino, dal quale serve 5 milioni di passeggeri). Il numero uno Michael O'Leary ha offerto all'Alitalia un servizio di fideraggio per i suoi voli a lungo raggio: le rotte da Roma per la low cost irlandese aumentano da 6 a 9, e l'idea sarebbe quella di coordinarne gli orari per permettere le connessioni tra breve e lungo raggio delle due compagnie. Sul modello di ciò che sta facendo da qualche anno easyJet a Malpensa dove, mancando un hub carrier, i voli serviti sono quelli di molti più vettori, grazie al coordinamento della Sea. Alitalia, da parte sua, «ringrazia la società Ryanair per la sua proposta di collaborazione sull'aeroporto di Roma Fiumicino, ma tiene a ricordare che possiede una sua strategia, un suo piano industriale, una sua flotta e propri equipaggi che le consentono di avere i necessari flussi di traffico per alimentare i collegamenti internazionali e intercontinentali in partenza dall'hub di Fiumicino». Difficile, del resto, immaginare un'intesa tra Ryanair e Alitalia, visti anche i rapporti tradizionalmente tesi: la compagnia italiana ha sempre lamentato la concorrenza aggressiva della low cost, mentre Ryanair ha sempre usato toni di scherno nei confronti della compagnia italiana. Ryanair oltre a Fiumicino annuncia nuove basi a Catania, Palermo e Lamezia Terme e 12 nuove rotte; e dimostra così, ancora una volta, la sua rapidità nel cogliere le occasioni del mercato.
Tutto ciò è infatti simmetrico a una contrazione dell'offerta Alitalia, che ha cancellato il Trieste-Catania, il Trieste-Olbia, il Genova-Napoli e ha ridotto o ridurrà - stando a indiscrezioni di buona fonte - frequenze sulla Napoli-Torino e, da Roma, verso Bari, Genova, Linate e Trieste. Anche i voli internazionali sono interessati da decisioni analoghe. Dal gennaio 2014 chiudono o riducono le frequenze i collegamenti da Roma per Amman, Teheran, Ierevan, Londra, Budapest, Bucarest, Mosca, Zurigo e Il Cairo; e da Linate per Barcellona, Vienna, Francoforte e Londra. In cambio, Roma avrà voli per Belgrado, Bilbao, Salonicco e Bodrum. Facile intuire che con tanti voli in meno, altrettanto personale risulterà in esubero; già oggi, numerosi piloti lamentano un carico di lavoro inferiore a quello contrattualmente attuabile (20-30 ore contro le 70 mensili previste), mentre per effetto di solidarietà, turnazioni e altre misure che riguardano l'organizzazione del lavoro talvolta risulta carente il personale all'accettazione di Fiumicino. Risulta anche che per il mese di dicembre a Torino sono prenotate per gli equipaggi 700 camere d'albergo, a Milano 1.300, un numero che appare eccessivo visto il personale di base nelle due città.
Tornando alla ricapitalizzazione, ieri l'ad di Poste Italiane, Massimo Sarmi, ha ricordato che la sua azienda entrerà in Alitalia se l'aumento riservato ai soci arriverà «ad almeno 225 milioni». Sicuri, fino a questo punto, i versamenti di Atlantia, Intesa Sanpaolo, Colaninno e Maccagnani pari a 71 milioni; altrettanto sicuri i 100 milioni di Intesa e Unicredit e in parte anticipati.

Altri piccoli soci potrebbero versare entro mezzanotte. Se lo zoccolo concordato dalle Poste non sarà raggiunto in prima battuta, dovrà esserlo con la sottoscrizione dell'inoptato; altrimenti è difficile ipotizzare come sarà portata a termine la ricapitalizzazione.

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