Alitalia, Intesa in pressing su Parigi

Anche se ancora non c'è nessun nuovo piano, i soci italiani di Alitalia sono compatti. La sintesi della giornata di ieri è sostanzialmente questa. Da una parte la compagnia ha negato che sia già stato approntato un piano industriale che comporti un ridimensionamento del business e degli organici e, dall'altro lato, gli azionisti italiani - Intesa Sanpaolo in particolare - stanno cercando di serrare le fila affinché il «nocciolo duro» tricolore si compatti
In realtà, il vettore guidato dall'ad Gabriele Del Torchio sta predisponendo un progetto industriale che ne consenta la sopravvivenza. Anche perché le banche (Intesa e Unicredit) hanno già erogato un prestito ponte da 100 milioni, mentre Ca' de Sass, Atlantia e Immsi hanno già versato le quote della ricapitalizzazione complessiva da 300 milioni di loro spettanza per un totale di 65 milioni. Ma è chiaro che lo stato di tensione finanziaria non si potrà superare con queste risorse.
La precisazione di Alitalia è servita soprattutto a smentire le indiscrezioni relative alla possibilità di 2mila esuberi su un totale di circa 14mila dipendenti. Ma è chiaro che, nel breve termine, sia la flotta che le destinazioni (Italia, Europa e Mediterraneo in primis) saranno ridimensionate. Si tratta di voli che hanno un fattore di carico relativamente basso e una redditività negativa perché poco competitivi con il treno ad alta velocità o con i vettori low cost. L'Alitalia che si disegnerà in futuro sarà molto più orientata sul redditizio lungo raggio. Solo con questa prospettiva si potrà pensare di convincere Air France-Klm a versare i 75 milioni di propria spettanza.
«Air France avrà un po' di tempo per decidere. Mi auguro che tutti i soci sottoscrivano», ha detto il dg di Intesa, Gaetano Micciché, ricordando che la compagnia francese «è nel cda di Alitalia con quattro illustri rappresentanti e in questi anni tutte le delibere, se ben ricordo, sono state prese all'unanimità». Un messaggio destinato al presidente transalpino Alexandre de Juniac: se la situazione di Alitalia è tragica, anche Air France ha le proprie responsabilità. In ogni caso, ci sarà tempo fino al 16 novembre per decidere, poi subentreranno Poste e, in seconda battuta, le banche.
«Il nucleo degli azionisti italiani dovrebbe dimostrare la propria compattezza», ha chiosato Davide Maccagnani, socio con il 2,01% di Alitalia, annunciando la sottoscrizione pro-quota per 6 milioni.

La compagnia «ha bisogno non più di critiche ma di supporto», ha aggiunto ricordando che «molto dipende da quello che vogliono fare i francesi, ma l'importante è che vi sia una presenza italiana forte». Non a caso Intesa, Benetton e Colaninno non si sono tirati indietro. Un atteggiamento che sembrerebbe alludere all'esistenza di un canale alternativo all'asse preferenziale (e quasi «obbligato») con Parigi.

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