Sarà un effetto della crisi, che induce aziende e lavoratori a maggior prudenza, sarà che il privato è più capace di dialogare rispetto al pubblico: ieri Alitalia ha dato un annuncio, ampiamente atteso, che solo qualche anno fa sarebbe apparso fantasia pura. La compagnia ha rinunciato agli annunciati 690 tagli all'occupazione perché è stato trovato un accordo con i sindacati. Senza tensioni e senza un'ora di sciopero (ricordate gli scontri di qualche anno fa, con finte epidemie e simbolici cappi di corda?).
Andrea Ragnetti, che dalla primavera scorsa è amministratore delegato, era stato molto pragmatico: nel piano industriale abbiamo previsto 30 milioni di risparmi sul costo del lavoro, aveva detto alle sue controparti; per me conta questo risultato, se riusciamo a ottenerlo con misure diverse, va bene lo stesso. La necessità di ridurre il personale era emersa, non senza preoccupazioni, subito dopo l'estate, ed era un'anticipazione del piano industriale poi presentato in ottobre. Il presupposto è che i conti di Alitalia restano ancora pesanti e che Ragnetti, che ha promesso il pareggio operativo per il 2013, deve risparmiare tutto il possibile. Per i 690 dipendenti - circa 300 di terra, il resto assistenti di volo e piloti - messi sotto osservazione l'azienda si era anche resa conto di un fatto increscioso, pubblicamente riferito dal suo numero uno: non sarebbe stato possibile applicare anche a loro la cassa integrazione «speciale» riconosciuta ai 3.700 dipendenti della «vecchia» società al momento dell'intervento di Cai. Così, mentre i primi continuano a godere dei 7 anni di cassa all'80% dello stipendio, questi ultimi avrebbero dovuto subire le condizioni ordinarie, molto più penalizzanti.
La trattativa ha puntato sul principio e sul dettaglio. Il principio - sottolineato anche dal segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Luciano - ruota intorno al concetto di flessibilità; il dettaglio è consistito nell'andare a cercare, nelle norme e nei contratti in essere, tutte le possibilità di razionalizzazione e di valorizzazione del lavoro come risorsa economica. Oggi i dipendenti sono 14.720 (12.930 a tempo indeterminato), più dei 14.066 (11.924 a tempo indeterminato) del 13 gennaio 2009, giorno della nascita della nuova Alitalia. Per tutti si è cercato di giocare sulle presenze nei periodi di picco e di morbida, come si dice; ovvero puntando a ottenere presenze in linea con le esigenze di un lavoro con netti cicli stagionali, lavorando soprattutto su ferie, permessi, e su una gestione più oculata del part time e del telelavoro. Questo permetterà di dare nuovo impulso agli organici, risparmiando sulle assunzioni stagionali. Per Luciano la richiesta dell'azienda, 30 milioni di risparmi, era «sparata un po' alta». «Non si raggiungeranno dalla sera alla mattina», ammette, ma lo spirito dell'accordo appare molto costruttivo anche a detta degli altri sindacati che hanno firmato, Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl trasporti.
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