La quiete prima della tempesta. Sembra essere questo il clima registrato ieri a Piazza Affari sui protagonisti del dossier Generali nel giorno del cda di Intesa Sanpaolo che ufficialmente si è concentrato sull'esame del budget per il 2017. Anche se alla riunione per altro durata quasi cinque ore - si è fatta notare la partecipazione del presidente emerito Giovanni Bazoli, considerato uno degli ispiratori dell'operazione. Segno che qualche informativa ai consiglieri forse c'è stata. Intanto in Borsa Generali ha chiuso le contrattazioni in perdita dell'1,47% a 15,4 euro. Giù anche Mediobanca (-1,23% a 8,4 euro), e Unicredit, maglia nera del listino, in calo del 5,1% a 27,71 euro. Intesa ha invece guadagnato lo 0,8% a 2,26 euro.
Qualche altra presa di posizione, comunque, ieri è arrivata. In particolare quella dell'agenzia di rating Moody's che inizialmente sembrava aver dato la sua benedizione preventiva all'eventuale operazione al vaglio di Intesa: «Espandendosi nel settore assicurativo la banca potrebbe rafforzare la parte Vita che già ha con Intesa Vita e che funziona. Diversificare potrebbe essere un punto di forza per Intesa: nei Danni in Italia la quota di polizze vendute attraverso il canale bancario è pari solo al 5% del totale, livello ben più basso rispetto ad altri Paesi», ha detto Edoardo Calandro, analista di Moody's investors service. Dopo qualche ora, però, la stessa agenzia ha corretto il tiro: l'acquisizione del gruppo assicurativo triestino da parte di Intesa «avrebbe un impatto negativo dal punto di vista del merito di credito per Generali, in quanto la combinazione con le attività assicurative di Intesa, molto più domestiche, diluirebbe la significativa diversificazione geografica» del Leone che è «uno dei suoi maggiori punti di forza», ha detto l'agenzia. Aggiungendo che per Intesa «l'impatto sul credito dipenderebbe da come sarà finanziata l'acquisizione, al momento non chiaro».
Un plauso è invece arrivato dai tedeschi: il quotidiano finanziario Handelsblatt ieri ha tracciato traccia un ritratto del ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, definendolo un «Dealmacher», ovvero un creatore di affari, «con obiettivi chiari». «Se l'acquisizione di Generali andrà in porto, Intesa si collocherà tra i principali player in Europa - scrive Handelsblatt -, indipendentemente dal fatto che le singole parti di Generali possano andare in Germania, ad esempio ad Allianz, o in Francia, ad Axa».
Nel frattempo, gli occhi del mercato restano puntati anche su Unicredit che dovrebbe riunire il cda l'1 o il 2 febbraio, per
fissare il prezzo e le altre condizioni dell'aumento di capitale da 13 miliardi che a questo punto potrebbe partire già lunedì 6 febbraio, quindi prima dell'approvazione dei conti preliminari del 2016 in calendario per il 9.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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