Economia

Anche il lusso fa shopping sul web 2.0

Cambia il modo di fare acquisti. E i negozi monomarca saranno ripensati

Laura Verlicchi

Smartphone alla mano, entrano in negozio soltanto per scegliere: abiti e borse li comprano su Amazon in tempo reale, tra un camerino e uno specchio, non prima di essersi confrontati con gli amici sui social network. L'ultima generazione di big spender, i ricchi e giovanissimi cinesi e americani, sta rivoluzionando il modo di fare acquisti, e di conseguenza l'intero settore del lusso. Anche e soprattutto in Italia, meta preferita dello shopping internazionale, come ha descritto Sara Bernabè, country manager per il nostro Paese di Premier Tax Free, al convegno organizzato da Pambianco Strategie d'Impresa con Deutsche Bank. Già il titolo dice tutto: innovazione e velocità, i fattori decisivi per il successo di un marchio nell'era digitale.

In Rete nascono anche le tendenze, prima e meglio che in passerella, e le «influencer», con i loro innumerevoli followers, per i Millennials hanno preso il posto delle modelle. Non è facile però adattarsi alla nuova realtà, in un mercato ormai lontano dalle effervescenze di un tempo: analizzando i risultati semestrali dei primi 25 grandi gruppi della moda, con un giro d'affari complessivo attorno a 35 miliardi di euro, si nota una crescita media del 2,8% contro il +10% del primo semestre 2015.

«Il lusso resta comunque uno dei mercati più interessanti, che vale oltre il 5% del pil nazionale», commenta Flavio Valeri, a capo di Deutsche Bank in Italia. Ma se vuol crescere deve cambiare le strategie: «I negozi monomarca saranno ripensati, con spazi più piccoli.

Meno vetrine- spiega David Pambianco e più investimenti nel digitale e nella logistica».

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