Anima tornerà a Piazza Affari il 16 aprile con una capitalizzazione di 1,259 miliardi (pari a 4,2 euro per azione) e un flottante compreso tra il 55% e il 63,2% del capitale (in caso di totale esercizio della greenshoe). L'offerta si è chiusa con successo visto che la domanda è stata pari a 5,4 volte i titoli oggetto dell'Opv, ovvero dell'offerta pubblica di vendita (inclusa la greenshoe). Valori ben lontani rispetto all'unica debuttante del 2013, Moncler (per cui l'offerta era stata sottoscritta oltre 30 volte), ma comunque superiori alla precedente quotazione di Anima del 2005 (a cui era seguito il delisting del 2009) quando l'offerta era stata sottoscritta per sole tre volte l'offerta.
L'attesa è alle stelle per la prima matricola del 2014 sull'Mta. Tanto più che il debutto fornirà un significativo termometro del mercato per un comparto che, da qualche tempo, è in decisa fibrillazione. Le orme di Anima, potrebbero infatti essere seguite quanto prima da altre società del risparmio gestito. A iniziare da Fineco, di cui la capogruppo Unicredit ha annunciato la prossima quotazione. Ma in molti si aspettano operazioni sul capitale anche su Pioneer. Finora la società ha smentito l'ipotesi di Ipo e ha preferito non commentare quella relativa a una possibile cessione a Icbc. Ma mai dire mai. Anche per quanto riguarda Intesa Sanpaolo sono molti i punti interrogativi che riguardano il futuro delle controllate nel gestito, Fideuram ed Eurizon.
Insomma, il fermento non manca. Tanto più che il settore è tornato sotto i riflettori grazie a dati record, come dimostrano gli ultimi numeri, relativi a febbraio, comunicati da Assogestioni: una raccolta sui massimi dal 1998 e pari a 11,8 miliardi e un patrimonio gestito volato al nuovo primato, a 1.362,5 miliardi. Numeri che hanno sostenuto il rally dei titoli del gestito quotati a Piazza Affari. Azimut ad esempio, in dodici mesi ha guadagnato l'81%, Mediolanum e Banca Generali il 56 per cento. Le premesse fanno quindi ben sperare, così come le potenzialità del mercato italiano dove solo il 26% dei risparmi delle famiglie italiane viene investito nel gestito rispetto al 40% dei Paesi europei.
Quanto al prezzo, Anima è stata valutata 13,6 volte gli utili attesi a fine anno a sconto, sulle stime di Equita, rispetto alle 16,3 e 16,7 volte a cui trattano rispettivamente Azimut e Banca Generali, e sostanzialmente in linea con le 13,3 volte di Mediolanum.
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