Partirà dal prossimo primo luglio il contributo per le famiglie con figli minorenni in base al reddito pensato dal governo in attesa del cosiddetto assegno unico e universale. Il disegno del decreto legge 79/2021 deve infatti solo essere convertito in legge dal Parlamento.
Ma in cosa consiste questo primo aiuto ai nuclei familiari? Tutto dipenderà dalla situazione reddituale delle famiglie e dal numero dei suoi componenti.
La novità dal 1° luglio
C'è grande attesa per l'attuazione della legge delega 46/2021, che prevede un assegno unico per i figli under 21. Prima che il provvedimento diventi effettivo, il governo Draghi ha comunque deciso di intervenire con un iniziale contributo, che sarà erogato dal prossimo primo luglio e resterà effettivo sino al 31 dicembre 2021. La misura prevede una sorta di "assegno ponte" a cadenza mensile calcolato in base all'Isee ed al numero dei figli minorenni per coloro che non hanno diritto agli Anf, ossia gli assegni al nucleo familiare. Stiamo parlando di quelle famiglie in cui i genitori sono lavoratori autonomi, partite Iva, oppure disoccupati. Per quanto riguarda invece coloro che già usufruiscono degli Anf (come lavoratori dipendenti, disoccupati che percepiscono un'indennità, lavoratori in cassa integrazione o pensionati), in questo caso la misura prevede un aumento degli stessi, a prescindere dall'Isee. Si parla di 37,5 euro per ogni figlio minorenne, 55 euro quando i figli sono 3. Con figli disabili l'importo sarà maggiore in entrambe le due situazioni illustrate.
Nel caso in cui nel nucleo familiare sussistano diverse tipologie di reddito, bisogna tener presente che per richiedere gli Anf maggiorati (ci troviamo quindi nel secondo caso esaminato) il reddito da lavoratore dipendente deve essere pari al 70% circa del reddito della famiglia.
Al momento, inoltre, tutti gli altri provvedimenti, come le detrazioni fiscali per i figli a carico, il bonus bebè o il bonus nido, rimangono in vigore e saranno cumulabili. Sarà il governo a decidere del loro destino quando entrerà in vigore l'assegno unico. Per mettere in campo questi aiuti, l'esecutivo ha stanziato 3 miliardi, sbloccati grazie all'ultima legge di Bilancio. A non poter approfittare dei sussidi, le famiglie con figli maggiorenni o con Isee superiore a 50mila euro, così come i cittadini stranieri che sono da poco residenti nel nostro Paese o che si trovano in possesso di un permesso di soggiorno della durata inferiore ai 6 mesi.
I punti ancora da chiarire
C'è ancora molto, comunque, da lavorare. L'assegno ponte e l'aumento degli assegni al nucleo familiare (Anf) non sono due misure esattamente identiche, ed il rischio è che possano crearsi delle disparità. Nel calcolo dell'Isee, ad esempio, vengono inclusi i patrimoni immobiliari e mobiliari, cosa che non viene invece tenuta presente nel reddito al netto delle imposte. Molto selettivi, inoltre, gli importi dell'assegno ponte stabiliti in base all'Isee. "In questo modo si sostengono soprattutto le famiglie più povere, ma l'assegno unico non deve essere una misura di contrasto alla povertà", ha dichiarato il presidente del Forum nazionale delle Famiglie Gigi De Palo, come riportato da Il Sole 24Ore. "Ci aspettiamo che per il debutto della misura a regime, dal prossimo gennaio, vengano reperite maggiori risorse in modo da non penalizzare il ceto medio e allinearci a quanto succede in altri Paesi europei che prevedono contributi per ciascun figlio non così selettivi", ha aggiunto.
Da tenere presente anche il fatto che le quote
maggiorate del 30%, sia in caso di assegno ponte che di Anf, saranno applicate per ciascun figlio solo nelle famiglie con almeno tre figli a carico. Su questo punto lavorerà il governo in sede di conversione in legge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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