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Atene ancora a mani vuote ma ai mercati non interessa

Atene ancora a mani vuote ma ai mercati non interessa

Dopo dodici ore di colloqui senza sbocco, nell'impossibilità di raggiungere - ancora una volta - un accordo in grado di sbloccare i 44 miliardi di aiuti alla Grecia, l'Eurogruppo si è esibito nel suo numero preferito: riconvocare un altro vertice, lunedì prossimo.
Ma, a dispetto dell'ottimismo di maniera dispensato da due protagonisti come Angela Merkel e François Hollande, non sarà impresa facile sanare in una manciata di giorni contrasti apparsi così netti. Protette dall'anonimato, fonti comunitarie hanno infatti detto chiaro e tondo: l'intesa «non è propriamente vicina».
L'ennesimo rendez-vous sul dossier Atene si è così risolto in un fiasco mal digerito dal premier ellenico, Antonis Samaras, che ha criticato l'Eurozona per la sua «negligenza e i ritardi». Le misure di strangolamento economico imposte al Paese mediterraneo hanno infatti aggravato la recessione, una morsa da cui la Grecia non uscirà nemmeno nel 2013. Una situazione nota da tempo. Ovviamente anche al Fmi, che nell'azione di soccorso finanziario ha un ruolo importante dal momento che eroga un terzo degli aiuti.
Per aggirare l'ostacolo, Eurolandia aveva proposto di allungare di un paio di anni i tempi di riduzione del debito. Una soluzione con due problemi incorporati. Il primo: l'escamotage non è gratis, ma costerebbe 32 miliardi. Il secondo: Christine Lagarde, leader del Fmi, ha subito detto «no». E ha continuato anche a far pesare il proprio veto, rilanciando al tempo stesso la palla nella metà campo europea: «Tocca a voi farvi carico dell'alleggerimento».
In ballo c'è la proposta di un haircut parziale sui 53 miliardi di prestiti bilaterali dei governi. Una replica, su scala sovrana, del taglio già praticato sui sirtaki-bond detenuti da banche e investitori privati.
Su questo punto, la Merkel - spalleggiata da altri Paesi - si è irrigidita. In una riunione straordinaria con i componenti del suo partito, la cancelliera ha spiegato che la soluzione presterebbe il fianco a richieste analoghe da parte di altre nazioni. Berlino sarebbe invece favorevole a percorrere un'altra strada: usare i prestiti del fondo anti-crisi per riacquistare 10 miliardi del debito detenuto dai privati.

Nonostante il naufragio del vertice dell'Eurogruppo, le Borse hanno retto (+0,8% Milano) e Frau Angela si è detta ottimista: «Penso che ci siano chance perché si arrivi a un accordo lunedì. Ciò che non è stato fatto in anni o decenni non si può risolvere in una notte».

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