Economia

Atene, è già partito il toto-default

Comincia il braccio di ferro tra Tsipras e Ue. E intanto i mercati iniziano a ballare

Atene, è già partito il toto-default

Il negoziato fra il nuovo governo greco di Alexis Tsipras e l'Ue comincia con i fuochi artificiali, in un muro contro muro che, al netto delle consuete tattiche negoziali, dà il via a quello che molti temevano: una fase di trattative che farà ballare i mercati.

L'indice Ase della Borsa di Atene va a picco con un -9,24% che porta a oltre il 16% la perdita delle ultime tre sedute. Lo trascinano le banche, con Piraeus a -26% e National che cede il 28%. Gli istituti di credito, alcuni tenuti a galla dai prestiti d'emergenza della Bce, rappresentano il primo, potenziale corto circuito: se Francoforte ravvisasse che le banche non solo hanno una crisi di liquidità, ma non sono solvibili, potrebbe staccare la spina.

E i timori di un giro di vite sui depositi, assieme alla fuga dai conti correnti (una fuga da 11 miliardi di euro a gennaio secondo la Bloomberg), potrebbero facilmente mettere più di un istituto di credito sul lastrico. Il governo Tsipras, con l'alleanza con la destra anti-euro, ha subito ingranato la marcia della linea dura, annunciando un aumento dei salari e uno stop alle privatizzazioni condito con l'aperta contrarietà alle sanzioni russe.

L'Europa, con molte elezioni nazionali alle porte, ribadisce il no a ogni taglio del debito e a una marcia indietro sulle misure concordate. È chiaro che entrambe le due parti dovranno cedere qualcosa, ma sui mercati tutti sanno che si passerà per una fase di turbolenza che verrà usata come clava negoziale. E che lo scontro potrebbe sfuggire di mano, con i mercati pronti a infilarsi nel gap fra Tsipras e i suoi interlocutori: già oggi Standard & Poor's avverte del possibile taglio del rating ellenico. Gli investitori prendono nota, alcuni aumentano verso il 50% le probabilità di un 'Grexit', un'uscita dall'euro, anche se sarebbe un esito assurdo sia per Tsipras che per l'Ue.

L'effetto è drammatico: con la gran parte dei titoli di Stato greci in mano ai governi europei, lo spread ellenico decolla verso i 1.000 punti (973 punti base da 865 di ieri) con un rendimento di oltre il 10%, quasi raddoppiato da settembre. Ma è sui credit-default swap, i contratti di protezione dal rischio, che si vede il baratro, con un 70% di probabilità ora assegnata al default greco. Un film già visto, che lascia i mercati scettici ma non impedisce un rialzo del differenziale anche altrove: il Btp italiano si ferma a 123,5 (113 ieri), con un tasso decennale dell'1,59%.

Mentre l'asta di Bot a sei mesi fotografa un mercato trasfigurato dal QE di Mario Draghi: venduti tutti i sette miliardi in programma con tassi scesi fino allo 0,16%, la metà dell'asta di dicembre, e vicini ai minimi storici. Le borse europee, invece, pur disturbate dalle vicende greche, vivono ancora l'onda lunga del QE (e sorridono al "pericolo di una bolla" creata dalla Bce oggi evocato dalla Bundesbank). Proprio la mossa di Draghi fa rivedere al rialzo le stime di crescita ovunque, dalla Germania che ora prevede un +1,5% quest'anno all'Italia dove Confindustria si spinge oltre il 2%.

Forse le turbolenze greche erano già scontate, fatto sta che, se Milano soffre (0,81%) e Parigi si ferma (-0,3%), il Dax di Francoforte fa spallucce alle vicende greche (+0,91%).

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