Economia

Atlantia finisce in rosso. E vede intesa col governo

Nel 2020 sono a rischio 3 miliardi di ricavi Il gruppo: "Senza accordo Aspi, parte la causa"

Atlantia finisce in rosso. E vede intesa col governo

Giornata da dimenticare per Atlantia in Piazza Affari. Il gruppo della famiglia Benetton ha licenziato la prima trimestrale del 2020 fortemente appesantita dagli effetti del lockdown con una perdita di 10 milioni di euro. Aprendo però a «una rapida soluzione con il governo sulla vicenda Aspi, in merito alla tutela della convenzione autostradale».

Il titolo ha lasciato sul terreno il 5,22% a 14,44 euro sulla scia di numeri in netto calo: i ricavi operativi sono scesi a 2,21 miliardi di euro, in diminuzione di 381 milioni di euro o del 15% (-10% su base omogenea); e il margine operativo lordo (ebitda) è pari a 1,27 miliardi, in diminuzione di 290 milioni di euro o del 19% (-16% su base omogenea). A pesare l'effetto Covid che ha penalizzato il traffico sulla rete autostradale (-20,7% in Italia, -12,1% in Spagna, -10,7% in Francia, -13,4% in Cile e -1,9% in Brasile) e negli aeroporti controllati dal gruppo (-33,3% per AdR e -21% per Aeroports de la Cote d'Azur). E le prospettive 2020 sono tutt'altro che rosee: «Assumendo una graduale ripresa a partire dal secondo semestre 2020, la società stima nell'esercizio una riduzione media del traffico autostradale del gruppo di circa il 30% e aeroportuale di circa il 50%, con un potenziale impatto negativo sui ricavi nell'ordine di 3 miliardi di euro, rispetto ai dati del 2019».

In merito alla disputa con il governo, pur vedendo uno spiraglio nella trattativa, ieri il gruppo ha ribadito che Autostrade per l'Italia «avrà comunque la facoltà di avvalersi di tutti gli strumenti convenzionali a tutela, come confermato dai pareri resi dai propri consulenti». Per questo il mercato ritiene che entro il 30 giugno si troverà un'intesa: in caso contrario, Aspi chiederà la risoluzione del contratto avviando una litigation legale dalle onerose conseguenze, l'alternativa è che Atlantia receda dalla convenzione e chieda, infatti, un risarcimento superiore a 20 miliardi allo Stato.

L'attesa, dunque, è per un nuovo vertice di governo che potrebbe andare in scena nei prossimi giorni tra il premier Conte e i ministri delle Infrastrutture e del Tesoro per mettere a punto una controproposta da sottoporre ad Atlantia.

Tutto ruota intorno a un'intesa politica che sembra mancare nella maggioranza, al momento, e che potrebbe concretizzarsi grazie al «piano F2i»: il fondo infrastrutturale, oltre alle Fondazioni e ad alcuni Enti, potrebbe contare sul sostegno di Poste Vita con un contributo fino a 400 milioni di euro per rilevare una quota di Aspi. Sul dossier sono in movimento anche Cdp e il colosso australiano Macquarie.

Un puzzle complesso ancora da scrivere e da far digerire al Movimento Cinque Stelle.

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