Economia

Aumenti nei contratti Pa, al tavolo Mef e sindacati: "Mancano 1,5 miliardi"

Oggi il tavolo tra i sindacati e i rappresentanti del Mef, per discutere sul rinnovo dei contratti nella Pubblica amministrazione. Per i sindacati i 3,4 miliardi a regime non sono sufficienti

Aumenti nei contratti Pa, al tavolo Mef e sindacati: "Mancano 1,5 miliardi"

È ricominciato il confronto tra il governo e i sindacati, sul rinnovo del contratti della pubblica amministrazione, per il trienno 2019-2021. E oggi, oltre al ministro della Funzione pubblica, Fabiana Dadone, al tavolo sono seduti anche il viceministro all'Economia Laura Castelli e il sottosegretario Pier Paolo Baretta, in rappresentanza del Mef.

I sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di stanziare 1,5 miliardi di euro in più, per il rinnovo dei contratti. Secondo i sindacati, i 3,4 miliardi già a regime per il rinnovo non sarebbero adeguati, perché non garantirebbero gli aumenti previsti. Infatti, nei giorni scorsi, il presidente dell'Aran (l'Agenzia che tiene le parti del governo) Antonio Naddeo, aveva assicurato che le disponibilità finanziarie a regime per il rinnovo dei contratti avrebbero reso possibile un aumento di circa 100 euro lordi al mese, per 13 mesi.

Ma secondo i sindacati l'ammontare delle risorse disponibili "è comprensivo delle quote destinate al riordino delle carriere della polizia e dei vigili del fuoco e delle risorse che stabilizzano l'elemento perequativo a tutela delle fasce di reddito più basse", pari a 20 euro mensili. Secondo quanto riporta il Messaggero, le elaborazioni fatte da Unsa-Confsal mostrerebbero che i fondi per i contratti "permetterebbero al massimo un aumento lordo medio mensile di 71,41 euro". All'appello, "mancano non meno di 1,5 miliardi", dicono i sindacati.

Il ministro Dadone avrebbe portato sul tavolo un "memorandum": secondo il Messaggero, tra le idee ci sarebbe anche quella di legare gli aumenti al merito. Tra le proposte ci sarebbe anche la detassazione sui premi al 10%, come nell'ambito privato. Intanto, Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria. "Il nostro è un impegno contro la desertificazione del pubblico e per rinnovare la Pa- ha affermato il segretario generale di Fp Cgil, Serena Sorrentino - Serve per questo mettere insieme due grandi temi: un processo di innovazione della Pa, che passi anche attraverso il rinnovo dei contratti e la valorizzazione di tutti i professionisti che operano nella Pa, e un piano straordinario di nuove assunzioni".

Fabiana Dadone, nell'introduzione al tavolo con i sindacati di oggi, ha detto: "Siamo qui oggi con un'ottica costruttiva per avvicinarci alla fase della contrattazione". E nel suo discorso avrebbe parlato dei 3,4 miliardi a regime e dei risultati raggiunti dal governo, come "l'ampliamento delle finestre temporali per le stabilizzazione e per la maturazione dei requisiti a favore dei precari, la nuova disciplina delle graduatorie e scorrimento totale, il superamento del tetto alla formazione, l'aumento delle progressioni verticali (fino al 2022 e fino al 30%), superamento del limite del turn over al 100% e lo snellimento delle procedure concorsuali".

Inoltre, si apprende che dal taglio del cuneo fiscale deriverà un beneficio per i dipendenti pubblici, pari a 62,2 euro in più per 13 mensilità. E dalla Cgil replicano: "Abbiamo detto alla ministra Dadone che non si può chiedere al settore pubblico di rinunciare agli aumenti perchè c'è un vantaggio nel cuneo fiscale. I privati stanno rinnovando i contratti sommando gli effetti del cuneo, non vediamo perchè i dipendenti pubblici debbano essere penalizzati".

La Cisl ha nuovamente sottolineato la necessità di stanziare nuove risorse per il rinnovo dei contratti, perché "l'ammontare delle risorse messe a disposizione non è ancora adeguato rispetto alle necessità di ridare slancio al sistema pubblico del Paese".

Tra le esigenze, sottolinea il sindacato "c'è quella di realizzare una nuova riforma dell'ordinamento professionale".

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